Venerdì, dunque, a Palermo.
‘nca certo!
Mi sono segnato tutto: Al festival Una marina di libri, Orto Botanico, il 10 giugno (oggi, ndr) alle ore 18,00.
Nello spazio “Oltre le ninfee”.
Sempre poetico, tu,
Poetici sono i padroni di casa. Io me ne beo.
Insomma, venerdì io e te presenteremo al pubblico di Palermo “Il Mio Longanesi”, il tuo ultimo libro. E quindi invitiamo gli amici…
Per festeggiare, attraverso il libro che racconta Leo Longanesi, i settant’anni di vita e di pubblicazioni della casa editrice.
Portando in scena – con un’antologia di ricordi, racconti e aforismi – le pagine di Leo Longanesi, l’inventore del giornalismo che diede all’Italia la modernità per fondare anche il canone della commedia italiana.
A proposito di scena…
A proposito di commedia, forse?
Altro che. Cosa faremo di tutta la nostra Buttanissima Sicilia?
Ne faremo una Buttanissima Mafia. Con tutti i paradossi di mafia e antimafia.
…e il nostro protagonista, di quel bislacco, pittoresco e surrealissimo Rosario Crocetta, che ne fu?
Siamo stati cantori di un disastro fin troppo prevedibile. Ma ti aggiorno: gli hanno sottratto i poteri. I Cracolici, e tutti i magna pars del Partito democratico, lo hanno svuotato di ogni ruolo. A poco a poco, i professionisti della politica, si sono sostituiti ai tecnici e così ne terranno l’involucro di Saro in bella mostra per consentire alla legislatura di durare fino al novembre 2017. Dobbiamo fare un’altra commedia.
Aggiornata su cosa?
Non certo su certi giudici…
Alludi ad Antonio Ingroia?
Certo, ormai, lui…
…ormai canta nei matrimoni, si sa.
Alludi comunque all’antimafia?
All’antimafia con le stimmate, precisamente.
Con le stimmate?
E’ una sorta di deriva isterica, visionaria, immaginaria…
Non capisco.
Hai presente l’ultimo giapponese che a due anni dalla fine della guerra se ne sta nascosto tra gli alberi in attesa del nemico?
Certo, ma che c’entra con l’antimafia?
E’ quella che pur di garantire la sopravvivenza a un sistema di potere – che so? Toto Riina ancora potente! Dunque viva viva la Trattativa – ora s’inventa anche “Il giornalismo immaginario”.
I giornalini, i soliti giornaloni, hanno dato notizia dell’inchino della processione, a Corleone, a Ninetta Bagarella affacciata al balcone, ovvero la signora Riina, che ha pure ringraziato le confraternite…
Solo che la signora Riina manco c’era, era a Parma.
Ora mi spiego il tweet!
Quale tweet?
Quello di Enzo Iacopino, il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti: “Sindaco #Corleone accusa: non ci fu #inchino “Ninetta” non era in paese. Se così c’è un grave problema deontologico”.
Appunto, la deontologia. Ma questa non riguarda l’antimafia con le stimmate. Si sente, la suddetta antimafia, al di sopra di ogni correttezza professionale. Appunto: ha le stimmate e si arroga il diritto di mascariare chi vuole.
Ma quali stimmate?
Quelle di chi, avendo le pezze al culo della credibilità, ora se le mette in mano per spacciare una finta santità profetica e rastrellare maleodoranti contributi dal ministero della pubblica istruzione e soprattutto dal ministero dell’Interno, quello guidato dal sicilianissimo e antimafiosissimo Alfano. A questo siamo anche arrivati: all’accattonaggio dei contributi in nome dell’antimafia
Sei severissimo.
La mafia stragista è stata sconfitta. E così anche i processi senza prove. Certa antimafia cerca di dare voce alla mistificazione della realtà per mantenere tutte le scorte scorte e tutti gli apparati di potere. Compresa la miserabile mangiuglia dei soldi distribuiti a piene mani dai due ministeri. Il giochino è semplice: i ministeri danno i soldi alle scuole perché ai ragazzi venga insegnata la cultura della legalità. E le scuole chiamano e pagano come testimoni di legalità i truffaldi delle stimmate. Un mercimonio. Tollerato a tutti i livelli, anche da chi dovrebbe indagare e non indaga. Pensa, lo scandalo è stato denunciato ufficialmente alla Commissione parlamentare presieduta dalla Bindi, ma non se n’è saputo più nulla.
Mi chiedo cosa succederà quando verrà catturato Matteo Messina Denaro…
…il solito e sfuggente Messina Denaro, certo. Ma intanto, il potere dei magistrati, soprattutto dei magistrati militanti, resta sempre. Con un avviso di garanzia, il destino politico di ognuno è segnato.
Il famoso potere del mascariamento… A proposito, della famosa Confindustria, asse portante della rivoluzione crocettiana, che ne fu?
S’affumò, accerchiata con i sospetti la famosa Confindustria di Sicilia s’affumò.
Antonello Montante sotto scopa a Caltanissetta, Ivan Lo Bello sotto coperta a Potenza e Vincenzo Boccia, il nuovo presidente nazionale, che pure ha avuto l’entusiastico sostegno dei sicilianuzzi, come volevasi dimostrare…
…come volevasi dimostrare nel senso della “cultura del sospetto”…
…né a Montante, né a Lo Bello, ha dato incarichi. Praticamente sono bastati due avvisi di garanzia per metterli fuori gioco. Per la colpevolezza vera, quella stabilità eventualmente da una sentenza, ne parleremo tra sette anni o forse più.
Ecco qual è la condizione dei poteri in Sicilia. Ed è per questo che con la nostra mirabile compagnia teatrale, con Salvo Piparo, con Costanza Licata e con Irene Maria Salerno, torneremo tutti in scena con Buttanissima Mafia.
Ma scusa, Peppino, ma a questo punto, perché non facciamo direttamente Buttanissima Antimafia?
Sarebbe un’idea. Ebbene sì, sarebbe proprio un’idea.