“Diciamo no agli egoismi, a Natale vinciamo l’asfissia del cuore” - Live Sicilia

“Diciamo no agli egoismi, a Natale vinciamo l’asfissia del cuore”

Il monito di Lorefice: “Ancora oggi tanti bambini nascono in condizioni difficili”

PALERMO – Liberarsi dall’autoreferenzialità, trasformarsi in una “periferia” in cui costruire felicità, vincere quella che chiama “l’asfissia del cuore”. Rimbombano nella Cattedrale di Palermo le parole dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice: lo hanno fatto nella notte di Natale, durante la solenne liturgia, torneranno a farlo questa mattina per il pontificale delle 11. Omelie che parlano a un’intera città quasi al finire di un anno segnato dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina, dalla crisi economica, dalle emergenze sociali.

Gli occhi puntati sul presepe, su un bambino che nasce in una mangiatoia e il paragone con l’oggi diventa quasi d’obbligo: gli immigrati, i campi profughi ma persino le periferie di Palermo. “In questa veglia facciamo memoria di un fatto che accade ancora oggi sotto i nostri occhi – ha ammonito Lorefice – Quante volte i media riportano la notizia e le immagini di bambini nati mentre una madre attraversa il Mediterraneo su un barcone stracolmo di migranti? Quante volte abbiamo sentito e continuiamo a sentire che una donna è costretta a vivere la gioia della maternità all’addiaccio, ristretta in un campo di profughi, in un alloggio di fortuna, bloccata alle frontiere innevate dell’Europa civilmente e culturalmente evoluta? O di una ragazzina palermitana che dà alla luce un bambino nascosta in un anfratto delle nostre periferie urbane ed esistenziali?”.

Situazioni che si ripetono fin troppo spesso, ammonisce l’arcivescovo puntando il dito contro “l’indifferenza, l’opposizione, gli attentati alla vita anche da parte di chi accende le luce di un presepe e dell’alberto di Natale. Eppure, tutte le volte che viene al mondo un bambino, soprattutto quando è sottratto all’impero del male propagato dai grandi di questo mondo, è una chiara conferma che la storia degli uomini, che la nostra esistenza terrena non è sfuggita allo sguardo discreto e amorevole di Dio, nonostante le nostre grettezze e negligenze. Dio continua a ritenerci importanti, destinatari della sua cura e del suo amore”.

Immancabile il riferimento alla guerra in Ucraina che insanguina l’Europa, a un mondo barricato “a compartimenti stagni, nell’individualismo, nei nazionalismi, nelle aggressive rivendicazioni, sempre più campo di battaglia e teatro di follie omicide”. Un pianeta che soffre ma in cui, secondo Lorefice, è possibile scorgere la via del riscatto e dell’amore guardando alla Natività: “Come mia madre adagiava nel paniere di vimini il pane appena sfornato, Maria ha fasciato e adagiato sulla mangiatoia il pane degli Angeli disceso dal cielo, offerto a tutti come cibo di vita, carne donata per noi uomini e donne fragili e peccatori”.


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