PALERMO – Un anno e undici mesi di carcere. Oltre a 400 euro di multa. A tanto ammonta la richiesta di pena avanzata dagli avvocati di Massimo Ciancimino. Il figlio di don Vito vuole patteggiare al processo che lo vede imputato per detenzione di esplosivo. Il giudice per l’udienza preliminare Vittorio Anania ha rinviato il processo al prossimo 18 dicembre, giorno in cui si saprà se la Procura presterà o meno il consenso alla richiesta di patteggiamento. In passato accusa e difesa non hanno trovato un’intesa sull’entità della pena da applicare.
Conti alla mano, la condanna a meno di due anni consentirebbe a Ciancimino jr di continuare a “sfruttare” l’indulto di cui ha goduto nel processo in cui è stato condanna per il riciclaggio del tesoro del padre. Se così fosse, l’imputato non finirebbe in carcere. Calcoli a parte, i difensori di Ciancimino, gli avvocati Francesca Russo e Roberto D’Agostino, ritengono che un anno e undici mesi sia una condanna superiore ad altri fatti analoghi cristallizzati nella giurisprudenza.
Il processo nasce dal ritrovamento nel giardino di casa Ciancimino, nel centro di Palermo, di decine di candelotti di dinamite. Dinamite la cui presenza fu indicata dallo stesso superteste della trattativa Stato-mafia, uno che, seppure fra tante incongruenze e punti oscuri, ha contribuito ad accendere i riflettori investigativi sul presunto scellerato patto fra boss e pezzi delle Istituzioni durante gli anni delle stragi. Nell’aprile del 2011 Massimo Ciacimino finì in manette per avere calunniato l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. In quell’occasione fece ritrovare i candelotti sostenendo di averli ricevuti da un non precisato personaggio a scopo intimidatorio, salvo cambiare versione quando i magistrati scoprirono che l’indagato si era portato l’esplosivo da Bologna. Il testimone riferì anche di averne data una parte a un amico – che risponde dello stesso reato – e che questi se ne sarebbe disfatto buttandola in mare. Anche in questo caso non sono mancate le incongruenze. Visto che il coindagato ha riferito di averla gettata in un cassonetto dei rifiuti.
Nell’ambito dell’udienza preliminare sulla Trattativa Ciancimino jr è accusato di concorso in associazione mafiosa.