Dirigenti senza incarico | Regione condannata a risarcire - Live Sicilia

Dirigenti senza incarico | Regione condannata a risarcire

Due le sentenze del Tribunale di Palermo. E ora la Regione siciliana rischia una raffica di ricorsi.

la nota del dirsi
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PALERMO – Con due sentenze del 14 ottobre scorso il Tribunale di Palermo, sezione Lavoro, ha accolto la domanda di risarcimento presentata da due dirigenti regionali privati dell’incarico dirigenziale a seguito della maxirotazione attuata dal governo Crocetta nell’anno 2013. Lo comunica l’associazione sindacale Dirsi con una nota. Una batosta per la Regione siciliana, dove ci sono circa 50 dirigenti senza incarico che di questo precedente potrebbero avvantaggiarsi.

I due dirigenti, iscritti al Dirsi – con l’assistenza degli avvocati Lorenzo Maria Dentici e Luigi Lo Casto – avevano adito l’autorità giudiziaria lamentando la violazione delle disposizioni di legge e di contratto sul conferimento degli incarichi dirigenziali. “Il Tribunale – precisa la nota – in entrambi i casi, ha accertato la violazione degli artt. 41 e 42 del CCRL 2002-2005 dell’area della dirigenza. L’Amministrazione aveva infatti l’onere di garantire un incarico equivalente a quello precedentemente rivestito, cosa che invece non ha fatto”. Per tali ragioni il Tribunale ha condannato l’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale e l’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente a risarcire il danno subito dai dirigenti in una misura equivalente alla retribuzione di posizione parte variabile perduta, oltre al 70% della retribuzione di risultato da intendersi come da perdita di chance.

“Queste – conclude la nota – sono le prime decisioni adottate dalla magistratura con riferimento alla posizione dei singoli soggetti coinvolti nella maxirotazione. L’accertata illegittimità dell’operato dell’amministrazione rischia di cagionare un pesante danno erariale di cui potrebbero essere chiamati a rispondere i dirigenti generali che hanno lasciato i dirigenti coinvolti in una situazione di forzata inoperosità”.


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