Disabili, il governo sapeva tutto | Il Fondo? Lo ha creato Micciché - Live Sicilia

Disabili, il governo sapeva tutto | Il Fondo? Lo ha creato Micciché

Un mese fa l'assessorato scriveva: “Risorse non sufficienti, la giunta intervenga”. Retroscena

PALERMO – “Meno male che sono arrivato io”, ha detto in sostanza il governatore Crocetta. Erano i minuti successivi all’approvazione da parte di Sala d’Ercole, oltre che dell’esercizio provvisorio, anche del Fondo per i disabili. Una “trovata” del governatore che di “amministrazione ne capisce, grazie all’esperienza nel difficilissimo Comune di Gela”. Peccato però che il Fondo per i disabili non è un’invenzione di Crocetta. Non è un coniglio tirato fuori dal cilindro del presidente.

Era il primo febbraio scorso. Quando ancora le polemiche giustamente esplose sul servizio televisivo relativo alla visita dei fratelli Pellegrino in assessorato erano lontane, e ancora di più lo era la sortita del regista Pif a Palazzo d’Orleans. Un mese fa, l’allora assessore alla Famiglia Gianluca Micciché metteva la propria firma in calce a un decreto assessoriale col quale veniva, di fatto, creato il “tavolo tecnico” per la disabilità. Un soggetto che somiglia molto da vicino alla “cabina di regia” che Crocetta ha sventolato come il primo e più concreto segnale di interesse alla questione.

È proprio in quel decreto che Micciché scrive chiaramente che “è necessario prevedere una programmazione e finalizzazione integrata e coordinata” dei “fondi regionali” destinati alle persone con disabilità “attraverso il coinvolgimento degli altri rami dell’amministrazione interessati alle medesime tematiche”.

Un mese fa, insomma, la questione era molto chiara. Ed era impossibile che il governo la ignorasse, visto che trovava spazio addirittura in un decreto dell’assessore. Due settimane prima del “caso Pellegrino”, quasi venti giorni prima del confronto tra Pif e Crocetta, insomma, Micciché chiedeva la costituzione di un organismo che discutesse di come distribuire i fondi destinati ai disabili.

Cade così la pretesa del governatore di spiegare che “nulla gli era stato illustrato” fino a quel giorno. Oltre un mese prima era infatti tutto chiaro. Così chiaro che il nuovo assessore alla Famiglia Rosario Crocetta decideva di utilizzare proprio gli strumenti indicati da Micciché: il Fondo per la disabilità e la cabina di regia che è l’equivalente del “tavolo tecnico”.

Ma c’è di più. A conferma del fatto che il governo fosse a conoscenza delle questioni prima ancora che intervenissero le Iene di Italia Uno, è un altro documento. Anche questo dell’assessorato alla Famiglia. È la proposta di programmazione del Fondo per la non autosufficienza. Un documento importante, nel quale il dirigente generale dell’assessorato alla Famiglia Mario Candore, innanzitutto prende atto della insufficienza delle somme messe a disposizione della Sicilia dal Fondo nazionale per le non autosufficienze: poco più di 32 milioni. Soldi destinati, per la maggior parte, ai “disabili gravissimi”, ai minori disabili e all’Oasi di Troina che porta avanti attività di assistenza, oltre alle somme già stanziate per il “Buono sociosanitario” (oltre 2,7 milioni), per i pazienti affetti da Sla (1,6 milioni), i “ricoveri di sollievo” (650 mila euro) e ancora i disabili gravi (oltre 2,7 milioni).

Già in quel documento, del 27 gennaio scorso, il dirigente generale della Famiglia, scrive che quegli interventi “rappresentano il minimo del sostegno erogato” e che “tali esigenze sono state manifestate dai cittadini siciliani, nonché previste dalle aree di intervento del ministero”. Ma lo stesso assessorato scriveva a chiare lettere: “Appare del tutto evidente che la mancata o ridotta attuazione” di questi interventi “provocherebbe un disagio insostenibile per gli aventi diritto e ripercussioni non indifferenti sulla politica sociale della regione”. L’allarme era evidente, fin dal 27 gennaio 2017. In carte ufficiali. È inverosimile pensare che il governatore non ne fosse per nulla al corrente. “Il Fondo nazionale per le non autosufficienze 2016 – scriveva ancora il dirigente generale Mario Candore – non riuscirà, da solo, a soddisfare i livelli minimi di assistenza, soprattutto per i disabili gravissimi e i disabili gravi”. Proprio le categorie che hanno giustamente protestato contro il governo.

E l’assessorato faceva di più: indicava le somme necessarie per garantire l’assistenza a tutti. Niente a che vedere con i 36 milioni previsti ieri dall’Ars. Si parla, per disabili gravi e gravissimi di oltre 560 milioni di euro. Cifra forse sovrastimata, viste le recenti denunce di Crocetta sull’eccessivo numero di disabili indicati dai distretti socio-sanitari. Ma comunque ben distante dalle somme stanziate finora. E sempre l’assessorato di Micciché, in quella nota di oltre un mese fa, precisava: “Si renderebbe necessaria una congrua compartecipazione a carico del bilancio della Regione”. E si annunciava già l’invio del programma attuativo alla giunta di governo. Inviato alla giunta il 15 febbraio scorso, ma ignorato dal governo regionale.

Nel frattempo, la situazione è esplosa in tv. E il governatore ha deciso di prendere la redini: “A volte serve che in campo scendano i generali”, ha detto ieri all’Ars. Ma il generale non ha fatto altro che mettere in pratica quanto deciso già dall’assessore dimesso sull’onda delle sacrosante polemiche sul mancato ricevimento dei fratelli Pellegrino. Il “Fondo per la disabilità” e quella “cabina di regia” che tanto somiglia al tavolo tecnico voluto da Micciché e che non avrà mai il tempo di insediarsi. Già un mese fa però era tutto chiaro. E messo nero su bianco. Eppure il governatore non ne era al corrente. Fino all’arrivo delle telecamere.


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