CATANIA – Una figura assente al Comune di Catania, nonostante sia prevista per legge. Eppure istituirla agevolerebbe la vita di tante famiglie di bambini disabili, oltre a rendere più democratica la possibilità di essere aiutati da professionisti. È quella dell’assistente all’autonomia ed alla comunicazione, previsto dall’articolo 13 della L. 104/94 e assegnato ad personam: un operatore che ha il compito di facilitare la comunicazione dello studente disabile, stimolare lo sviluppo delle abilità nelle diverse dimensioni della sua autonomia, mediare tra l’allievo con disabilità ed il gruppo classe per potenziare le relazioni, supportarlo nella partecipazione alle attività, partecipando all’azione educativa in sinergia con i docenti.
Della necessità di adeguare il Comune di Catania alle prescrizioni di legge ha parlato stamattina la conferenza dei Capigruppo, convocata dal presidente del Consiglio comunale, Francesca Raciti, alla presenza di alcuni rappresentanti delle principali associazioni che si occupano di soggetti svantaggiati – Giuseppe Bellomo, presidente dell’Associazione Autismo Oltre, Venera Caltabiano, presidente dell’Associazione un Futuro per l’Autismo e Maria Teresa Tripodi, referente per la Sicilia dell’Associazione Famiglie con Bambini con Paralisi Cerebrale Infantile – AFPCI Onlus e presidente dell’Associazione “Il sorriso di Riccardo”.
Al centro dell’incontro, infatti, proprio la necessità di creare una voce di bilancio destinata a finanziare la figura necessaria per assistere gli alunni disabili in condizione di gravità delle scuole materne, primarie e secondarie di primo grado, e per il quale a non è prevista alcuna copertura finanziaria. “La riunione rappresenta un altro importante passaggio del percorso inaugurato lo scorso 17 giugno con la presentazione al Consiglio comunale dell’interrogazione a firma della consigliera Elisabetta Vanin, vice capogruppo di Con Bianco per Catania, e del capogruppo Alessandro Porto, volto ad attivare il servizio dell’Assistente alla Comunicazione – spiega Maria Teresa Tripodi. In quella sede – prosegue – era stata segnalata la mancata attivazione da parte del Comune di Catania del servizio in questione prescritto a carico dell’amministrazione comunale dalla legge 104/92, e ha sollecitato l’amministrazione cittadina a porre rimedio a tale inadempienza non accettabile per una città come Catania”.
La Tripodi evidenzia come, attualmente, la figura dell’assistente sia totalmente a carico delle famiglie che devono stipendiare il professionista che assista i propri bimbi. “Alcune famiglie – evidenzia – in questo momento stanno pagando privatamente dei tutor – aggiunge – che corrispondono all’assistente E chiaro che questi professionisti che permettono ai bimbi di comunicare e integrarsi, hanno un costo e che, la possibilità di assumerli dipende dalla capacità economica delle famiglie”. Insomma, una questione di democrazia.
L’amministrazione cittadina, stamattina, ha comunque risposto presente, nonostante permangano delle difficoltà tecniche nell’inserire la voce nel bilancio attualmente in discussione in Consiglio. Ma l’impegno assunto dai capigruppo e della consigliera Erika Marco, presidente della commissione permanente ai Servizi sociali, è quello di fare in modo di destinare parte dei fondi attualmente inseriti nel capitolo di bilancio per attivare il servizio. “I capigruppo sono vicini alle problematiche sollevate dalle associazioni – spiega Francesca Raciti – e faranno il possibile per inserire il servizio all’interno della voce di bilancio. Da qualche tempo – aggiunge – la Direzione Famiglia e Politiche Sociali e l’assessore all’Armonia sociale, Fiorentino Trojano, stanno elaborando il Regolamento che dovrà disciplinare questo servizio. Non appena lo riceverò – conclude – lo invierò alle commissioni consiliari perché venga dibattuto in Consiglio”.