"Diteci dov'è nostro figlio" - Live Sicilia

“Diteci dov’è nostro figlio”

Il corteo per Marcello Volpe
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Davanti il portone dell’ Istituto d’Arte di Piazza Turba ci sono loro, i compagni di scuola, di classe, gli insegnanti, i genitori, il fratello più grande e gli amici, quei pochi che aveva perchè Marcello era un ragazzo molto riservato. Aspettano tutti l’inizio della marcia di solidarietà, sistemano le ultime cose, parlano, ma forse non c’è più nulla da dire, perchè Marcello Volpe è scomparso da cinque mesi e nessuno sa nulla. Nel corso del corteo, partito da piazza Turba per poi attraversare Corso Calatafimi e piazza Indipendenza fino a raggiungere la Cattedrale, i ragazzi continuano a distribuire le foto segnaletiche con la speranza che qualcuno parli. “Era un ragazzo buono, tranquillo e legato ai valori della famiglia.” Ci dicono i compagni di classe. E poi quella donna che avvicinandosi alla madre di Marcello rassicura: “Questa notte ho sognato che Marcello tornava a casa, stai tranquilla”. Ci sono tanti dubbi da chiarire, tante incertezze, tante domande sul perchè, ma ancora tanta speranza. Ma per la madre una cosa è certa. Marcello quella mattina non si è allontanato volontariamente. “Sono convinta che lui intendesse tornare a casa quel giorno – racconta Laura Zarcone, madre di Marcello – Non so cosa pensare. Non aveva manifestato nessun disagio, forse quella mattina ha incontrato qualcuno”.

Il giorno dopo avrebbe festeggiato il suo compleanno. Forse il desiderio più grande di Marcello era quello di comprare un pc per lavorare meglio sui suoi disegni, la sua più grande passione insieme ai cartoni animati. E forse i 500 euro che il giorno della scomparsa aveva portato con sé servivano proprio a quello. “Quella mattina è uscito di casa alle 8 di mattina, l’avevo sentito al telefono fino a qualche minuto prima. Al fratello più grande ha detto che sarebbe andato dall’ebanista sotto casa e che poi avrebbe fatto ritorno alle 11. Ma dall’ebanista Marcello non c’è mai stato. Io e mio marito ci siamo subito preoccupati non vedendolo rientrare. Pensavamo ad un incidente, una rapina, e invece nessuna notizia”.

Nessuna novità dalle indagini condotte dalla squadra mobile. Se solo si potesse accedere ai messaggi cancellati dal profilo facebook di Marcello forse potrebbe essere recuperato qualche elemento a sostegno delle ricerche. Ma la legge sulla privacy rende tutto più complicato. “E’ necessaria una rogatoria internazionale con gli Stati Uniti. I magistrati stanno cercando di motivare adeguatamente la richiesta per avere l’autorizzazione il più presto possibile.” Alla marcia di solidarietà ha aderito anche Rossella Accardo, membro dell’Associazione Penelope e madre di Stefano e Marco Maiorana. Un’altra storia di scomparsa e di dolore. “L’associazione mi è stata molto vicina e tra le mamme ho trovato una forza d’animo di andare avanti per arrivare fino in fondo alla verità – ha dichiarato – Ci siamo sentite subito con la mamma di Marcello, perchè sentivo il dovere di dirle che non è sola. Noi ogni giorno lottiamo affinchè il sistema possa essere più garantista e affinchè le famiglie degli scomparsi non siano lasciate sole. Per questo abbiamo anche chiesto che il sostegno legale, economico e psicologico fosse tutelato con legge”.

Mamma Laura e papà Francesco hanno imparato a contare le ore, i giorni, adesso anche i mesi ma sperano di non dover mai contare gli anni. Tante ipotesi, troppe forse, ma nessuna risposta. L’appello della madre Laura è rivolto a chiunque abbia visto o sappia qualcosa sulla scomparsa di Marcello.


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