"Dobbiamo salvare Palermo| Dialogo con tutti, anche col Pd" - Live Sicilia

“Dobbiamo salvare Palermo| Dialogo con tutti, anche col Pd”

Fabrizio Ferrandelli alla presentazione della sua candidatura a sindaco di Palermo

Il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli: "Sono più maturo, non commetterò gli errori del 2012".

L'intervista
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7 min di lettura

PALERMO – La campagna elettorale per le prossime Comunali di Palermo è ormai entrata nel vivo, grazie anche all’ufficializzazione della candidatura di Fabrizio Ferrandelli: un annuncio che ha sparigliato i giochi e messo in fibrillazione i partiti che hanno iniziato le grandi manovre in vista delle urne. “Io dialogo con tutti, ma resto un uomo libero”, avverte Ferrandelli.

Nel 2012 si è già candidato a sindaco e, pur vincendo le primarie, ha perso al ballottaggio contro Orlando. Perché adesso ci riprova?
“Io credo che quel ragazzo pieno di entusiasmo e di grinta, che tutti hanno conosciuto nel 2012, oggi abbia fatto spazio a un uomo maturo, con più esperienza, con una visione amministrativa, consapevole del quadro politico in cui si muove, degli errori commessi e con una conoscenza più approfondita della città. Il tempo è maturo per mettere a frutto ciò che ho imparato, penso di avere le spalle larghe, il profilo giusto e una storia credibile. Le motivazioni della sconfitta di quattro anni fa le ho comprese e maturate e d’altra parte sono consapevole che c’è un cambio di stagione anche dal punto di vista politico: nel 2012 c’era l’Italia di Monti, un’Italia in cui vinceva Bersani e ci si affidava alla vecchia politica, quella dell’usato sicuro. Oggi è tutto rinnovato, sia negli interpreti politici che nei desideri delle persone: se prima ci si affidava al politico strutturato, a chi lo sapeva fare, oggi è tempo per un altro tipo di messaggio che io prematuramente avevo rappresentato nel 2012”.

Quali errori ha commesso nel 2012?
“In quella fase storica la città aveva un ricordo recente della buona amministrazione della Primavera e ha trovato Orlando molto più rassicurante rispetto alla proposta di un giovane la cui storia non era da tutti conosciuta. Oltre a me erano candidati altri giovani come Massimo Costa e Alessandro Aricò, contro chi il sindaco lo aveva fatto per tanto tempo e aveva lasciato un buon ricordo in città. Il ballottaggio è stato un grande gesto di fiducia da parte dei palermitani nei miei confronti, hanno scelto Orlando ma senza scartare il mio progetto. Oggi devo mettere a frutto quella fiducia”.

Come giudica l’operato di Orlando?
“Io non cerco la polemica con Orlando o con altri, la mia sarà una campagna elettorale di apertura. Non cerco rivalse o litigi, ma metto sempre insieme le ragioni dell’ascolto. Tutto ciò che di buono questa amministrazione ha fatto, la porteremo avanti. Di certo esiste un sentimento comune in cui si riconosce che Orlando non è più quello della Primavera, non è più il suo tempo”.

Quali saranno i principali punti del suo programma elettorale?
“Già nel 2012 ho proposto un programma per la città in cui vivo e in cui lavoro. Ma il metodo che mi sono dato è di mettermi in ascolto dei palermitani per scrivere insieme a loro il programma, non voglio che questo progetto parta preconfezionato: questo è un percorso di grande apertura. Nove mesi sono il tempo giusto per chi non vuole fare tattica, per chi vuole ascoltare e costruire insieme. Io non cerco eventi favorevoli o tempi adatti, ho semmai compiuto una scelta di cuore e di testa”.

Il Pd però non l’ha presa molto bene…
“Io immagino un progetto per Palermo che sia aperto a tutti coloro che sposeranno le idee dei palermitani e che si vorranno sintonizzare con la voglia di cambiamento in città. Sono un politico, non un candidato civico: la politica, quella concreta, è l’unica arma per dare risposte ai problemi. Il mio è un percorso politico aperto soprattutto a chi mi è più prossimo dal punto di vista delle idee, ma non consentirò come nel 2012 che il dibattito sul futuro di Palermo diventi un dibattito fra le correnti di partito. Il dialogo è aperto con tutti, ma non con sigle o contenitori preconfezionati. Vorrei però che i partiti dialogassero con la propria base. Io non pongo un problema di simboli, ma di storie e progetti credibili. Io ho valori che non tradirò mai ma metto in discussione la mia appartenenza, così come chiedo di farlo ai palermitani. Sono un candidato che ha avuto il coraggio di mettersi in discussione, scegliendo le persone alle poltrone. Questa coerenza e questo coraggio li metto a disposizione di tutti i palermitani”.

E le primarie? Le farà?
“Io sono candidato alle elezioni e correrò con tutti coloro che si riconosceranno nel programma che scriveremo con i palermitani. Sto incontrando tanti militanti, tesserati, elettori di tutti i partiti, anche del Pd. Non parlo alle aree, ma alle persone. E’ una grande scelta politica per la città, a oggi i partiti non sono in sintonia con la società e per questa distanza mi sono addirittura dimesso dall’Ars. Il mio è un progetto che non ha preclusioni verso nessuno, si muove in modo orizzontale per mettere insieme le intelligenze che vogliono fare qualcosa. Nel 2017 a Palermo ci saranno le elezioni amministrative, alle Politiche sarà tutta un’altra storia. Bisogna salvare Palermo e noi mettiamo in campo il nostro coraggio e avere coraggio significa lasciare porti sicuri”.

Accetterà l’appoggio di Micciché, qualora dovesse arrivare?
“Noi dobbiamo fare saltare gli schemi, sui progetti che scriveremo insieme raccoglieremo le sensibilità e capiremo quali forze politiche vorranno starci. Ma chi ci vuole stare dovrà dimostrare due volte di fare sul serio, rinnovandosi profondamente. Non ne faccio una questione di persone ma di progetti per la città. Di certo non lascio dubbi sul fatto che questo progetto parte in modo libero, non sarà lo strumento di nessuno se non dei palermitani. E la mia storia lo dimostra”.

E Cuffaro?
“Quello che ho detto per il Pd e per Micciché vale anche per lui. Sto apprezzando l’uomo e con curiosità osservo questa sua seconda vita”.

Quanto inciderà il M5s alle prossime elezioni, secondo lei?
“Comprendo bene che i palermitani e gli italiani mandano un messaggio chiaro votando il Movimento 5 stelle ed è un messaggio al quale non sono indifferente, tanto che mi sono dimesso un anno fa rinunciando a tutto. Comprendo che c’è una voglia di cambiamento e di rinnovamento. Non ho preclusioni verso i 5 stelle, molte delle loro battaglie all’Ars sono state precedute da mie battaglie e alcune le abbiamo condotte insieme. Può esserci una convergenza programmatica e ideale di rinnovamento. Del resto la trasparenza, l’attenzione all’ambiente, l’eliminazione dei filtri con i cittadini erano le mie battaglie in consiglio comunale quando ancora Grillo non aveva fondato il movimento, molti di questi ragazzi si sono formati con me in Italia dei Valori. Ero io lo strumento con cui i meetup facevano battaglie e interrogazioni e i candidati dei 5 stelle stavano in Idv. E’ una storia che mi appartiene, sono diventati un’organizzazione che chiude i ponti con le altre forze politiche e penso che questo sia stato un errore”.

L’Ars si prepara a modificare la legge elettorale. Cosa ne pensa?
“Questa assemblea non legifera, non mi sono pentito un solo giorno della mia scelta. Per sfortuna dei siciliani i deputati da un anno non approvano leggi. La cosa incredibile è che con tutti i problemi che abbiamo, pensano a come modificare la legge elettorale per danneggiare i concorrenti. Le leggi non si fanno per o contro qualcuno, ma per garantire regole del gioco trasparenti. Non è il caso di modificarle, ma in base alle regole del gioco mi attrezzerò, sono un politico e faccio politica e so che servono i numeri e quindi mi attrezzerò perché i numeri mi diano ragione. Se qualcuno trucca le regole giocherò con le regole truccate, non consentirò che freghino i palermitani”.

Lei ha creato un gruppo Telegram, ha messo su uno staff. Che tipo di comunicazione farà in campagna elettorale?
“La mia campagna è molto partecipativa, abbiamo lanciato una piattaforma di intelligenze che si mobilitano in città. Tanti professionisti e volontari che si mettono in gioco per il sito, per i social. Stiamo addirittura pensando a una app per aiutare in modo brillante questa campagna di ascolto in città, perché sia davvero partecipativa. Chi ha una competenza può metterla a disposizione, siamo senza filtri: non c’è una segreteria, ma c’è il mio numero di telefono. Se c’è una cosa che conosco è Palermo, i cinque anni in consiglio comunale da capo dell’opposizione sono stati una palestra straordinaria. Conosco la macchina comunale, le persone all’interno dell’amministrazione e una grande mano arriverà dalla parte sana della pubblica amministrazione che vuole mettersi in gioco. Incontro decine di dirigenti e funzionari che vogliono essere utili a un progetto collettivo che dia dignità a loro stessi e a questa terra. Credo molto nella macchina amministrativa che va resa trasparente”.

Ha già scelto i suoi assessori?
“Spero che vengano fuori dalla campagna di ascolto, incontro centinaia di palermitani tutti i giorni che danno contributi progettuali concreti”.


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