Dolore e sgomento a Cesarò | "Non si può morire così" - Live Sicilia

Dolore e sgomento a Cesarò | “Non si può morire così”

Il piccolo paesino sui nebrodi sconvolto dal dolore per la morte di due concittadini nell'incidente sull'autostrada: Salvatore Cristaudo (nella foto) e Silvestro Cerro.

la tragedia della Catania-siracusa
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CESARO’ (MESSINA) – Dopo la festa di domenica, con la sagra del paese, a Cesarò sono giorni di amarezza e sgomento per la tragedia che ha colpito la piccola comunità dei Nebrodi. Due dei tre operai morti falciati da un tir sulla Catania-Siracusa sono di Cesarò, e anche il ferito grave, ricoverato in prognosi riservata al Cannizzaro di Catania, è di questo paesino sui Nebrodi. Ieri pomeriggio, la notizia e giunta in paese come un fulmine a ciel sereno. In pochi istanti ha fatto il giro della comunità e in tanti si sono stretti attorno ai familiari.

I cinque lavoravano per la Covir, Costruzioni Virzì, di Calogero Virzì, unico illeso, anche se in stato di shock, solo perché era salito al momento sul camion della ditta. Poi la morte di Giuseppe Leanza, 45 anni, di San Teodoro, che lascia la moglie e due figli, poi Salvatore Cristaudo 48 anni che lascia moglie e due figli, e Silvestro Cerro, 57 anni che lascia la moglie e tre figli. “Gente che tutti conosciamo, che lavorava per dare un futuro ai figli – dice il sindaco di San Teodoro, Salvatore Agliozzo – è assurdo finire così, è una tristezza e un dolore indescrivibile”. Sgomento anche nelle parole del sindaco di Cesarò, Salvatore Calì: “Una immane tragedia, che ha messo in ginocchio due comunità, è assurdo morire così sul lavoro, e sapere che tutte le misure di sicurezza e le segnalazioni adottate non sono state viste. Siamo in attesa di sapere quando restituiranno le salme alle famiglie, e abbiamo già stabilito che sarà proclamato il lutto cittadino”. Con lui l’assessore Antonio Saraniti: comunica che il tanto atteso secondo weekend di sagra, del 18 e 19, molto probabilmente sarà annullato perché “la tragedia che ha colpito la comunità è di quelle che lasciano il segno e tolgono la voglia di festeggiare”.

L’Anas ha nominato una commissione di inchiesta, per stabilire con certezza cosa sia successo. Resta l’amarezza di tre morti sul lavoro, il dolore di tre famiglie che hanno salutato i loro cari per non vederli tornare più a casa se non in una bara, resta la rabbia per delle morti assurde e sicuramente evitabili. Ora nei due paesi resta il silenzio, quello del lutto e del dolore.


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