CATANIA – Una madre stupra e sevizia il figlio. Il video viene pubblicato sul web, oltre alla violenza e all’abuso la diffusione dell’atto come attestazione del dominio del carnefice sulla vittima. Una scossa all’opinione pubblica, tutta, senza distinzione di colore, religione e credenze. Una condanna senza appello ad un gesto che viola il legame più grande, quello naturale tra madre e figlio, una donna che spezza l’innocenza della creatura che lei stessa ha messo al mondo. Da un mese trincerata nel silenzio del Palazzo di Giustizia la notizia dell’arresto della mamma – orco è esplosa in tutta la sua aberrante verità. Un crocifisso e un vestito da suora, simboli di fede e speranza, gli strumenti della violenza che percuote le coscienze.
Non è rimasto indifferente a quanto accaduto in provincia di Catania Don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter da anni impegnato nella lotta e al contrasto della pedopornografia on line. L’attenzione del parroco è concentrata sull’intimità frantumata del bimbo, che dovrà essere accompagnato ad un nuova rinascita, nella consapevolezza, però, che la sua vita non sarà più la stessa. Allora l’unico strumento è la prevenzione, agire prima, fare in modo che nessun altro figlio, in futuro, affronti l’amore “malato” di una madre indegna.
Quale è stata la sua reazione quando ha appreso che una madre ha abusato del proprio figlio?
“Non è certamente una notizia nuova perché questi fatti accadono e si ripetono sempre più in maniera esponenziale. Si registrano fatti veramente aberranti dove le stesse madri abusano dei propri figli, questa è la cosiddetta pedofilia femminile. Siamo di fronte ad una perversione acuta e devastante. Un “mostro” che fa capire come non esista un luogo sicuro, un ambiente dove non si possa consumare un abuso. Qui ci troviamo nell’ambito della famiglia, nel rapporto intimo tra madre e figlio. Una madre non compie questi atti, non deve compiere questi atti. Questa è brutta notizia che dobbiamo elaborare affinché si possano creare percorsi di educazione corretta alla sessualità dei bambini, all’educazione affettiva. Bisogna far capire che esiste un amore malato, un amore sbagliato. Quanto è accaduto fa capire che non bisogna abbassare la guardia, che è necessario avviare attività di formazione sin dalle scuole elementari. Meter su questo fronte, ha già avviato da anni diversi progetti rivolti ai bambini, anche attraverso l’ausilio dei fumetti.
Non ritiene che parlare di sessualità ed erotismo ad un bimbo sotto i 10 anni sia prematuro?
“No, anzi assolutamente no. In una società globale e multimediale come quella di oggi con programmi televisivi di un certo tipo, nonostante ci siano le fasce protette, con giornale che sbattono in prima pagina immagini erotiche, internet che diffonde una visione scorretta della sessualità, noi abbiamo il compito arduo di indirizzare il bambino ad un rapporto sano e corretto con se stessi, e con la propria sessualità, ma soprattutto a fornire gli strumenti utili a capire quando una relazione può offendere la propria intimità e dignità. Io credo che abbiamo il compito di aiutare i bambini a sviluppare un sano rapporto con queste tematiche.”