Dopo 14 anni lascia Palermo| La "nave dei veleni" va in Turchia - Live Sicilia

Dopo 14 anni lascia Palermo| La “nave dei veleni” va in Turchia

Dopo essere rimasta abbandonata per quattordici anni nel porto di Palermo la nave "Helje" di bandiera ucraina è finalmente ripartita: ha mollato gli ormeggi ed è diretta in Turchia.

Palermo, il caso
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PALERMO – La sua storia sembrava senza alcun futuro. E invece, dopo essere rimasta abbandonata per quattordici anni nel porto di Palermo la nave “Helje” di bandiera ucraina è finalmente ripartita: ha mollato gli ormeggi diretta in Turchia, dopo che il nuovo armatore, una società maltese che l’ha acquistata, ha ottenuto il nulla osta della Corte di Appello di Palermo.

Trainata dal rimorchiatore “Horoz” con destinazione il porto turco di Tuzla, è la nave in cui erano stati individuati rifiuti pericolosi, un massiccio carico di fusti di idrocarburi e gasolio e contenitori pieni di rifiuti e metalli. E ancora liquidi infiammabili e fusti in plastica pieni di acido nitrico e vernici. Lungo le vie di accesso alla sala macchine sono stati trovati sacchi di plastica non sigillati che contenevano materiale di coibentazione, tra cui molta quantità di amianto, proprio come ha accertato il chimico di porto nel corso di alcuni controlli effettuati dalla polizia giudiziaria della Guardia costiera.

Bonificata, andrà ora in cantiere per verifiche tecniche e le eventuali riparazioni. La nave era entrata in porto a Palermo il 21 marzo del 2000 a causa di un malore del comandante, poi ricoverato in un ospedale cittadino, ma anche per la dichiarata mancanza di acqua potabile a bordo. Da quel giorno era rimasta la nave è rimasta ormeggiata presso la diga Foranea in completo stato di abbandono mentre si è risolta una complessa vicenda giudiziaria tra cause promosse davanti al Tribunale del lavoro dall’equipaggio lasciato a bordo senza mezzi di sostentamento, un procedimento di esecuzione mobiliare, finalizzato al recupero delle somme dovute dalla società armatrice ai marittimi. Ma era anche scattato il sequestro conservativo e successivo pignoramento, si era verificato il rimpatrio dei marinai ucraini nel 2001, come il fallimento dell’armatore nel 2002.

Era stato avviato un procedimento penale a carico del custode giudiziario della nave, trasformata in un deposito di rifiuti speciali pericolosi e non, ed era così scattato un nuovo sequestro giudiziario. Nel 2012, il giudice dell’esecuzione mobiliare, attesto che le parti ricorrenti non si erano presentate alle precedenti udienze, ha dichiarato estinto il procedimento esecutivo e disposto la restituzione della nave al legittimo proprietario.

Ma sono rimasti vani tutti i tentativi della Capitaneria di Porto di acquisire informazioni sugli attuali proprietari tramite l’ambasciata Ucraina in Italia l’ambasciata Italiana in Ucraina e il ministero degli Esteri. Una perizia aveva poi confermato i rischi di affondamento: il 30 ottobre 2013 la Corte d’appello aveva deciso di procedere alla vendita all’asta, fissando il prezzo base a 8.500 euro. Nel frattempo l’Autorità portuale ha provveduto a rimuovere i rifiuti abbandonati a bordo. La “Helje” è stata infine aggiudicata alla società di navigazione maltese, e ha lasciato Palermo.


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