PALERMO – Una due giorni di riunioni nel Pd siciliano in attesa che la pratica del rimpasto si sblocchi. Dopo che Fausto Raciti ha passato la patata bollente alla segreteria nazionale del partito, i democratici siciliani tornano a riunirsi, anche in vista della riapertura dei lavori dell’Ars il 16 settembre. Proprio questo è l’ordine del giorno della riunione di gruppo convocata per mercoledì mattina dal capogruppo Baldo Gucciardi alla presenza del segretario Fausto Raciti. Sarà l’occasione anche per fare il punto sull’elezione del vicepresidente dell’Ars, primo appuntamento a cui è chiamata l’Aula, dopo l’uscita di scena di Salvo Pogliese, eletto a Bruxelles. Nel partito c’è chi spinge per mettere su quella poltrona un uomo del Pd, una mossa che potrebbe servire nel gioco degli equilibri interni tra le diverse anime del partito. E poi c’è la questione Scilabra. La mozione di censura contro l’assessore alla Formazione stata già depositata da grillini e centrodestra e nel partito ci sarebbe qualcuno tentato di votarla. D’altronde, i giudizi negativi sull’assessore non sono stati lesinati nei giorni scorsi da diversi deputati cuperliani del Pd.
Anche in vista dell’incontro di mercoledì, domani si riuniscono nella sede regionale del partito i cuperliani siciliani, ci sarà anche Raciti. E questo proprio mentre a Roma in quella che al congresso fu l’area Cuperlo si sta ampliando al divaricazione tra i dalemiani e i Giovani turchi, che mantengono un atteggiamento di confronto con Renzi. Un processo che fin qui in Sicilia non ha sortito effetti tangibili. “Vado, anche se l’area Cuperlo non esiste più – spiega Mariella Maggio -. C’è piuttosto un agglomerato di quelli che non hanno aderito all’area Renzi. Io ho aderito da tempo a ‘Rifare l’Italia’ (la corrente dei Giovani Turchi di Matteo Orfini, ndr). Ma dovremmo cominciare a lavorare al superamento delle correnti. O meglio, una cosa è parlare di aree tematiche e culturali, il che è legittimo e condivisibile, un’altra è il correntismo fatto di sequela dei leader”, dice la deputata. Ai Giovani Turchi tra i parlamentari regionali del Pd hanno aderito anche Giovanni Panepinto e Concetta Raia. E Fausto Raciti? “Dovrebbe essere naturalmente vicino, ma vedremo…”, commenta la Maggio. Il segretario regionale, infatti, è tra i fondatori della corrente di Orfini ma il suo mentore politico è proprio Massimo D’Alema.
Il vertice di domani sarà l’occasione per parlare del rimpasto, in attesa del confronto tra Rosario Crocetta e il vicesegretario Lorenzo Guerini, cui Raciti ha consegnato venerdì i nomi del partito per la nuova giunta. Due sono appunto cuperliani: una richiesta su cui i renziani frenano, ribadendo che a quel punto è necessario rivedere tutte le cariche del Pd, a partire dall’Assemblea regionale. La segreteria nazionale dovrebbe affrontare la questione in settimana, si parla di un possibile incontro romano giovedì ma non ci sono ancora certezze. Quel che è certo è che in caso di fumata nera, l’ala cuperliana sarebbe pronta al redde rationem.
Bruno Marziano all’incontro di domani non ci sarà per impegni personali. “A proposito della proposta di azzerare le cariche all’Ars, ribadisco: sono pronto a dare le dimissioni nelle mani del segretario se tutti gli altri contestualmente lo fanno – dice il presidente della terza commissione -. Ma senza infingimenti, chi nega l’esigenza del rimpasto lo fa perché gli piace lo status quo: il rimpasto è opportuno ma non sarà sufficiente se non c’è un rilancio dell’azione politico amministrativa, che si realizza coinvolgendo la maggioranza”.
La necessità di una nuova fase politica nei rapporti tra governo e maggioranza resta una priroirtà nelle analisi degli esponenti del Pd, a prescindere dall’innesto di questo o quell’assessore: “E’ chiaro che in questa fase serve un’iniziativa del presidente della Regione, di fronte a un malessere diffuso che sta contagiando altre forze della maggioranza e della società civile”, osserva Pippo Digiacomo.