Nizza e gli affari con gli albanesi |Chiesti 20 anni per boss latitante - Live Sicilia

Nizza e gli affari con gli albanesi |Chiesti 20 anni per boss latitante

L'inchiesta Spartivento aveva scoperchiato una sorta di società per azioni del narcotraffico a Catania. Il pm Rocco Liguori ha presentato ieri al Gup le richieste di pena per gli otto imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

Traffico di stupefacenti
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CATANIA – Un cartello mafioso volto a monopolizzare il traffico di droga a Catania. Una ‘joint venture’ criminale che aveva ai vertici le nuove leve dei Santapaola come Andrea Nizza, boss latitante che ha preso le “redini” dell’impero criminale di Librino ereditato dal fratello (uomo d’onore e oggi collaboratore di giustizia) Fabrizio. E in questo passaggio di testimone il giovane rampollo ha consolidato i contatti con gli albanesi per il rifornimento di stupefacenti.

La Squadra Mobile inizia alcuni anni fa a monitorare le rotte della droga via mare, soprattutto nell’asse Albania – Catania e le indagini portano a scoperchiare un giro di tonnellate di stupefacenti con un tournover di milioni di euro. La polizia intercetta pescherecci carichi di “erba” e arresta in flagranza marinai e armatori: parte l’indagine per capire quale cosca “finanziava” i viaggi e soprattutto aveva la liquidità per anticipare i soldi ai trafficanti albanesi. L’inchiesta Spartivento, condotta dal pm Antonella Barrera in fase di indagini, porta dritta ai Santapaola. E’ la fine del 2014 quando la polizia chiude il cerchio sui presunti nomi degli acquirenti catanesi e i fornitori albanesi. La Procura decide di emettere un decreto di fermo, perchè c’era il rischio concreto di fuga e di reiterazione del reato. Andrea Nizza, infatti, era già riuscito a sfuggire alla cattura dei carabinieri che dovevano eseguire un ordine di carcerazione del Gip dopo la condanna in primo grado per mafia. Finiscono in manette diversi trafficanti legati alla famiglia Santapaola Ercolano che gestivano affari con gli albanesi e inoltre rifornivano le piazze di spaccio a Librino, San Cristoforo e Picanello.

Da qualche giorno si è aperto a Bicocca il processo in abbreviato davanti al Gup Santino Mirabella. Un altro procedimento penale da latitante per Andrea Nizza che in questi mesi sta collezionando rinvii a giudizio. A rappresentare l’accusa è il sostituto della Direzione Distrettuale Antimafia, Rocco Liguori che ha discusso la requisitoria e ha ripercorso i tasselli più salienti dell’indagine condotta dalla Squadra Mobile.

Non ha fatto sconti il pm: chiesti 20 anni di carcere per Andrea Nizza, 12 anni per il guardaspalle del latitante Danilo Scordino e 14 anni per Vincenzo Catania. 14 anni di carcere la pena chiesta per Rocco Morabito, Concetto di Mauro e l’albanese Kasem Piluri. 13 anni e 6 mesi, invece per Angelo Mirabile. 13 anni e 4 mesi per Antonino Morabito.

Danilo Scordino avrebbe eseguito gli ordini di Andrea Nizza ai vertici del “cartello” di Librino: qui operava – secondo le ricostruzioni degli investigatori – Vincenzo Catania. I fratelli Rocco e Antonino Morabito erano a capo del gruppo di Picanello di cui faceva parte – analizzando l’organigramma emerso dagli atti dell’inchiesta Spartivento – Concetto Di Mauro. Una terza squadra operava nella roccaforte dello spaccio di San Cristoforo: a tenere le file sarebbe stato Lorenzo “Scheletro” Saitta, uno degli imputati che ha chiesto il patteggiamento.


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