PALERMO – Adesso Alessandro Bono rischia vent’anni di carcere. È la pena più alta chiesta dal pubblico ministero Maurizio Agnello al processo su un traffico internazionale di droga.
Le indagini partirono dalla presenza di Davide Guilermo Naranjo Vasquez, monitorata nel giugno di due anni fa al Mc Donald’s di piazza Sturzo, a Carini. L’emissario in Sicilia dei narcos colombiani è latitante. I palermitani avevano attivato canali diretti di approvvigionamento della cocaina, affrancandosi dalla ‘ndrangheta che in questi anni ha avuto la supremazia.
Ecco l’elenco degli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato e le richieste di pena: Ernesto Anastasio (di Torre Annunziata, 6 anni), Pietro Balsamo (di Carini, 12 anni in continuazione con una precedente condanna), Alessandro Bono (di Carini, 16 anni), Salvatore Calderone (di Palermo, un anno), Fabio Chianchiano (di Palermo, 7 anni e 4 mesi), Carmelo Cutrì (di Reggio Calabria, 4 anni e 8 mesi), Davide Di Stefano (di Palermo, un anno), Salvatore Faraci (di Mazara del Vallo, 16 anni), Susanna Godino (di Mazara del Vallo, 6 anni e 8 mesi), Giuseppe Mannino (di Carini, 14 anni), Rocco Morabito (di Reggio Calabria, 12 anni), Bennj Purpura (di Carini, 8 anni), John Jarlin Rosero Murillo (nato in Colombia, 6 anni), Sergio Giovanni (di Reggio Calabria, 8 anni), Francesco Tarantino (di Palermo, 12 anni), Antonino Vaccarella (di Palermo, 6 anni).
Il personaggio chiave è Bono, 38 anni. Sette anni fa spacciava già nei locali della movida pasticche ecstasy comprate in Germania. I finanzieri del Goa e i poliziotti della Squadra mobile lo hanno piazzato alla guida di un’associazione che riempiva di cocaina le piazze di Palermo, Carini, Capaci, Partinico, Trapani, Salemi, Mazara del Vallo e Marsala. Il suo cognome ha fatto capolino nelle indagini delle procure di mezza Italia.
L’uomo di fiducia di Bono, colui che avrebbe condotto anche alcune trattative per l’acquisto di droga, sarebbe Giuseppe Mannino, 30 anni, la cui Mercedes classe A faceva di continuo la spola da e per l’aeroporto di Palermo. Aeroporto che si è riempito di telecamere. Non solo colombiani. Bono sarebbe riuscito a creare un canale con i calabresi. In particolare con Rocco Morabito, fotografato al Mc Donlad’s della stazione Roma Termini assieme a Giovanni Sergio. Le indagini imboccano così una pista che arriva dritto ai clan Piromalli di Gioia Tauro e Alvaro di Sinopoli.
Seguendo Bono i finanzieri arrivano ad altre figura importanti. Su tutte quelle dei fratelli Giuseppe e Salvatore Spatola. Erano tutti in contatto con un misterioso grossista di cui si conosce solo il nome, Freddy. Giuseppe Spatola è morto da alcuni mesi. Era stato scarcerato nel 2006 dopo vent’anni di carcere scontati in America per traffico di droga. Nelle conversazioni riservate si faceva chiamare il “capo di tutti i capi”. Da quando è deceduto qualcuno potrebbe avere preso il suo posto. I sospetti si sono concentrati sul fratello Giuseppe, 70 anni, pure lui con un passato carcerario in America e pure lui arrestato nei mesi scorsi.