PALERMO – Cinque condanne. Quattro con il patteggiamento e una in abbreviato. Si conclude così il processo sul giro di cocaina che riforniva i professionisti palermitani.
Davanti al giudice Nicola Aiello hanno patteggiato Stefano Macaluso, (4 anni), Danilo Biancucci (3 anni e 8 mesi), Giovanni Fiorellino (3 anni e 8 mesi), Alessandro La Dolcetta (2 anni). Cinque anni è la pena inflitta ad Antonino Di Betta. Gli imputati dovranno inoltre pagare multe comprese tra duemila e quattordici mila euro.
La cocaina andava di moda soprattutto fra gli avvocati. C’erano i nomi di una quindicina di rappresentanti del foro palermitano (tutti segnalati come consumatori) nelle intercettazioni della squadra mobile di Palermo, sfociate nel blitz del febbraio scorso. Quando squillava il telefono del call center della droga quasi sempre c’era un legale dall’altra parte della cornetta, ma anche noti commercianti di generi alimentari, altrettanto conosciuti ristoratori e assistenti di volo. Gente facoltosa che non badava a spese.
Le ordinazioni arrivavano a raffica. Il portafoglio clienti che consumava un chilo di cocaina a settimana, era composto da circa 900 persone, non tutte identificate. “Ehi, ciao, ciao buonasera, sono al tennis…”; “Al bowling, al bowling”, “Ci vediamo in via Mazzini?”: sono solo alcune delle richieste intercettate dagli agenti su ordine del pubblico ministero Maurizio Agnello. E gli spacciatori si muovevano con agilità in sella a degli scooter per raggiungere il luogo della consegna. Che avveniva per strada oppure negli studi legali (“sali per leggere il fascicolo”). Ed ancora, davanti a frequentatissimi locali notturni.
A volte, raggiunti dai pusher, i clienti cambiavano idea: “No mi devo togliere da qua, ci sono troppi colleghi, ci vediamo sotto lo studio?... no compare ci vediamo sotto casa mia allora”. Meglio comprare la cocaina, 50 euro due dosi, lontano da occhi indiscreti.
Chi fossero gli spacciatori a cui rivolgersi lo sapevano tutti. Lo ha messo a verbale uno dei clienti beccato dopo avere comprato la sua dose avvolta nel cellophane azzurro: Questo pomeriggio ho pensato di acquistare una dose di tale sostanza stupefacente e per tale motivo ho contattato l’utenza telefonica 320… che mi era stata data in passato nell’ambiente dei locali ricreativi”.
Erano convinti tutti di farla franca. “Gli sbirri non ne hanno capito niente”, disse un acquirente un istante dopo avere acquistato la cocaina. Ed invece gli sbirri, coordinati dal capo della Mobile Rodolfo Ruperti, gli stavano alle calcagna.