PALERMO – La sentenza viene ribaltata per quattro imputati e arrivano le condanne per Guido Spina (otto anni e quattro mesi), Vincenzo Cosenza e Pietro Vitale (quattro anni e otto mesi ciascuno), Angelo Mendola (4 anni). Confermate le assoluzione di Tommaso Di Giovanni (difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo ed Elisa Candiotta) e di Nicola Porcelli (avvocato Giovanni Cacciapuoti).
La pena più alta è stata inflitta a Guido Spina uno che in carcere per droga c’è finito una dozzina di volta ed è stato rimesso in libertà per motivi di salute per via del trapianto a cui si è sottoposto. Dalla sua villa bunker, con il benestare della mafia, gestiva lo spaccio allo Zen. Tra gli arrestati anche Vincenzo Cosenza, titolare di una rosticceria molto frequentata, “Dolce e salato”, nella zona di Cruillas. Pure lui sarebbe stato successivamente coinvolto in altre inchieste per droga. Oltre al napoletano Porcelli esce scagionato dal processo d’appello Tommaso Di Giovanni che in carcere c’è già da tempo con l’accusa di avere retto il mandamento mafioso di Porta Nuova.
In primo grado il processo si era svolto in abbreviato – da qui lo sconto di pena di un terzo riconosciuto agli imputati – al Tribunale di Termini Imerese per competenza territoriale. Il traffico di cocaina e hashish si sarebbe svolto a Tremonzelli e Buonfornello tra il 2008 e il 2010. Dieci chili di “fumo” furono trovati dai poliziotti sul ciglio dell’autostrada A19, oltre il guard rail. Le conversazioni telefoniche e i pedinamenti, però, secondo il giudice di primo grado, non erano stati sufficienti a raggiungere la prova della colpevolezza degli imputati. In appello è andata diversamente.
