Zen 2, la droga nel paniere| 'Tirano di coca alla luce del sole' - Live Sicilia

Zen 2, la droga nel paniere| ‘Tirano di coca alla luce del sole’

Un frame delle video intercettazioni dei carabinieri allo Zen 2

Scoperta una piazza, si continua a spacciare nei padiglioni vicini. Qualcuno, però, si ribella.

PALERMO - IL BLITZ
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PALERMO – Massimiliano Zarcone alza lo sguardo. Dalla finestra al terzo piano una mano molla la corda che regge il paniere. Zarcone preleva il contenuto e lo consegna all’uomo che lo attende in macchina. I piccoli involucri contengono cocaina, fumo o erba. A secondo del cliente cambia la sostanza stupefacente, ma non la modalità di consegna.

Nel gesto del paniere c’è la normalità di un quartiere, lo Zen 2 di Palermo,  “abituato” allo spaccio di droga. Qualcuno che vive nel rione cerca di ribellarsi. Nessuno ha denunciato, ma almeno c’è chi ha fornito utili indicazioni ai carabinieri: “Avevano dalle sette che ci telefonavano agli sbirri per venire in questa casa…”, diceva Zarcone, certo che qualcuno avesse tradito. È un quartiere dove in tanti vivono di droga. Dei ventiquattro arrestati nel blitz di ieri la quasi totalità ha già precedenti per spaccio. La recidiva non fa paura e neppure i controlli degli sbirri. Almeno fino a quando gli sbirri, che stavolta indossano la divisa da carabiniere, non arrivano in massa per contestare agli indagati l’associazione a delinquere. Con il reato associativo non si scherza. Se si finisce in carcere, ci si resta per parecchio tempo.

Le case degli indagati di ieri sono concentrate in tre strade, via Rocky Marciano, via Costante Girardengo e via Agesia di Siracusa. La base operativa della banda di spacciatori era un padiglione di via Marchese Pensabene. Si spaccia anche altrove, però. Lo confermano le voci registrare dalle microspie dei carabinieri del Comando provinciale e della compagnia di San Lorenzo. Come quella di un pusher minorenne che, parlando con Massimiliano Zarcone e Antonino Mazza (considerati i leader della banda assieme a Salvatore Bonura), lasciava intuire il suo impegno in una piazza dello spaccio poco distante: “Ma ti pare che mi scanto. È perché ormai sono là”.

La manovalanza non manca mai. “A noialtri in un mese venti picciotti ci hanno arrestato”, diceva Zarcone che, però, sapeva di avere dietro la porta una fila di gente disposta a fare il lavoro sporco per 50 euro al giorno. E il lavoro non mancava. Arrivavano da tutta la provincia per rifornirsi di droga. Di giorno e di notte. E non solo dal Palermitano. Le immagini delle telecamere dei carabinieri hanno immortalato centinaia di clienti. Perché quando serve una dose è allo Zen che si può andare. Lo Zen che fa paura, lo Zen da cui tutti girano alla larga, lo Zen che per molti è la vergogna della città accoglie tutti. I clienti comprano le dosi e vanno via. A volte si appartano e tirano tra i padiglioni. 


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