Due incarichi ogni tre giorni | Tutti gli avvocati dell'Irsap - Live Sicilia

Due incarichi ogni tre giorni | Tutti gli avvocati dell’Irsap

Un centinaio di incarichi legali in circa sei mesi sono stati conferiti dal commissario straordinario Cicero (una decina dal direttore generale). Tra questi, nomi noti. Eccoli tutti. Ma sul sito dell'ente mancano curricula e compensi. Una dimenticanza che potrebbe rendere nulle quelle consulenze.

PALERMO – Secondo l’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri, la notizia riguardante le 97 consulenze affidate in sei mesi all’Irsap e raccontata da Live Sicilia sarebbe “falsa”. E in parte ha ragione. Le consulenze sono di più, in effetti, visto che a quelle frutto di determine del commissario straordinario Alfonso Cicero, che abbiamo descritto in quell’articolo (LEGGI), andrebbero aggiunte quelle volute dal direttore generale dell’ente, Francesco Barbera. Un esterno, che, per conto dell’ente che ha inglobato le undici Asi siciliane ha scelto di affidare una decina di incarichi esterni ad avvocati siciliani. Insomma, le consulenze, in appena sei mesi, sono più di cento. Quasi venti al mese. Due ogni tre giorni. Incarichi ad esterni dei quali, però, l’Irsap non pubblica l’importo. Rendendoli, di fatto, “privi di efficacia”. La pubblicazione dell’importo, infatti, si legge anche in una circolare del presidente Crocetta è “condizione per la liquidazione dei relativi compensi”.

E tra quegli incarichi, un ristretto gruppo di professionisti gioca la parte del leone. Il “re” degli incarichi all’Irsap è l’avvocato Nicola Piazza. Nove le consulenze affidate da Cicero all’ex presidente di Sviluppo Italia, due quelle del direttore generale Barbera. A ruota segue l’avvocato catanese Antonella Baiunco: 8 incarichi in otto mesi dal commissario. Alle media di un incarico al mese da gennaio a oggi, invece, si sono fermati gli avvocati Annalisa Petitto e Massimiliano Marinelli: sei le collaborazioni. Antonino Gambino è stato chiamato cinque volte, mentre a quota quattro si fermano, oltre all’avvocato Rossano Foti, anche due nomi non di certo sconosciuti. Andrea Ciulla, infatti, è consulente dell’assessore Linda Vancheri, e lo sarà almeno fino alla fine dell’anno. Non certo una novità per lui, che della Vancheri era stato collega-consulente, ma per l’assessore Venturi, allora nel governo Lombardo.

Stefano Polizzotto, invece, è stato il capo della segreteria tecnica di Rosario Crocetta fino a poche settimane fa, quando ha deciso di dimettersi. Dimissioni coincise anche con la pubblicazione di notizie riguardanti i numerosi incarichi legali del professionista. “Torno a fare il mio lavoro”, disse allora. Per poi, in realtà, essere richiamato come consulente del governatore. Durante quell’esperienza a capo dell’ufficio di staff di Crocetta, come detto, Polizzotto è stato chiamato quattro volte a fornire la sua professionalità all’Irsap.

Sono una quarantina in tutti i legali che si sono divisi la torta delle consulenze nell’ente regionale. Tutti i nomi potere trovarli qui. Tra questi, spicca il nome di Alfredo Galasso, a lungo indicato come uno dei “papabili” al ruolo di assessore tecnico della giunta Crocetta. Per lui, tre incarichi all’Irsap. Ma in alcuni casi, le consulenze soffrono anche un po’ di… schizofrenia. Succede infatti, che negli stessi giorni, lo stesso avvocato sia impegnato a difendere l’Irsap, e a difendere chi fa ricorso contro l’Irsap. Andrea Scuderi, il 24 aprile scorso viene chiamato per difendere l’ente in un ricorso presentato al Tar da un gruppo di associazione di artigiani. Il 30 aprile, però, lo stesso Scuderi perde una causa proprio contro… l’Irsap. Aveva difeso, infatti, di fronte alla Procura della Corte dei conti, l’ex direttore generale dell’Asi di Catania Raffaele Gulino, accusato di aver promosso a dirigente, in maniera illegittima, un dipendente dell’Asi sprovvisto di laurea. Insomma, Scuderi da una parte, e l’Irsap dall’altra. Sarà l’ente ad avere la meglio, ottenendo la restituzione di 120 mila euro. Una sconfitta solo “a metà”, in fondo, visto che Scuderi, già da una settimana stava fornendo la sua collaborazione professionale proprio all’Irsap. Paradossi.

Ma sia la consulenza di Scuderi, sia tutte le altre, rischiano di risultare nulle. Nonostante, infatti, l’Irsap, persino nel proprio Statuto, pubblicato pur non essendo ancora stato formato un cda, sottolinei come “l’alta vigilanza in tema di trasparenza e legalità”, siano, insieme ad altri, principi “fondamentali cui si uniforma l’attività dell’IRsap”, ecco che proprio in tema di consulenze, l’ente dimentica di essere del tutto trasparente. Rischiando di rendere quelle nomine illegittime.

L’Irsap, infatti, in quanto ente pubblico non economico, è soggetto alle norme sulla trasparenza. La più recente delle quali è quella contenuta nel decreto legislativo numero 33 del 14 marzo 2013: “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. Un decreto, del resto, richiamato dallo stesso presidente della Regione Crocetta, attraverso una nota pubblicata anche nella sezione del sito della Regione che riguarda proprio gli incarichi di consulenza. “Si raccomanda – scrive Crocetta – la puntuale e scrupolosa osservanza della presente, considerata la rilevanza che il decreto legislativo ascrive alle predtte disposizioni, sia in termini di ‘trasparenza’ che di ‘condizioni di efficacia’ per il pagamento di compensi a soggetti ‘esterni’ alla pubblica amministrazione”.

E l’ultimo passaggio è quello che potrebbe condurre alle maggiori conseguenze. Il rispetto delle norme sulla trasparenza, infatti, è la condizione necessaria affinché quel determinato incarico sia del tutto valido. Che possa, insomma, essere liquidata la parcella all’avvocato.

Quali sono, allora, i criteri da rispettare per essere “in regola e trasparenti”? Si trovano tutti all’articolo 15 del decreto: “Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi dirigenziali e di collaborazione o consulenza”. La pubblica amministrazione, insomma, è obbligata a pubblicare sul proprio sito, e con evidenza e facilità di accesso, “gli estremi dell’atto di conferimento dell’incarico; il curriculum vitae; i dati relativi allo svolgimento di incarichi o la titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione o lo svolgimento di attivita’ professionali; i compensi, comunque denominati, relativi al rapporto di lavoro, di consulenza o di collaborazione, con specifica evidenza delle eventuali componenti variabili o legate alla valutazione del risultato”.

Molti di questi obblighi sono stati aggirati dall’Irsap, che sul sito Internet si è limitata a pubblicare il motivo della controversia e in molti casi (nemmeno in tutti) il destinatario dell’incarico (in una decina di casi, infatti, non appare nemmeno il nome del legale incaricato). Non c’è traccia, insomma, né di curriculum vitae né tantomeno del compenso. “In caso di omessa pubblicazione di quanto previsto – si legge nel decreto – il pagamento del corrispettivo determina la responsabilità del dirigente che l’ha disposto, accertata all’esito del procedimento disciplinare, e comporta il pagamento di una sanzione pari alla somma corrisposta, fatto salvo il risarcimento del danno del destinatario”. Il rischio, insomma, è che alla fine gli avvocati costino persino il doppio.

“Tutto falso”, ha tagliato corto l’assessore alle Attività produttive, che ha aggiunto di “non essere tenuta a dare spiegazioni” al nostro giornale. Il commissario Cicero, invece, ha formalmente chiesto di non essere più contattato da Live Sicilia. In caso contrario, ha fatto sapere, “si rivolgerà all’autorità giudiziaria”. In quel caso, servirà un avvocato.


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