Camera penale, polemica con l'Anm: "Campagna di delegittimazione"

Camera penale, polemica con l’Anm: “Campagna di delegittimazione”

Il direttivo della camera penale di Palermo, presieduta da Vincenzo Zummo
In occasione dell’anniversario del barbaro omicidio del procuratore Costa
PALERMO
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“Il presidente, il direttivo e tutti i soci della Camera penale ‘Bellavista’ di Palermo respingono con fermezza le accuse all’avvocatura riportate nel video diffuso da Anm, in occasione dell’anniversario del barbaro omicidio del procuratore Gaetano Costa”.

Si tratta di un video che contiene alcuni passaggi di un’intervista al giornalista Felice Cavallaro il quale spiega che “Gaetano Costa viene ucciso nell’agosto del 1980. Perché? Perché come dice Chinnici si era stabilito un sotterraneo patto con gli avvocati dei mafiosi per eliminare i processi per associazione a delinquere”. Il riferimento sarebbe all’audizione di Chinnici al Csm dopo il delitto.

“Tali affermazioni e la loro diffusione pongono l’Anm – prosegue la noto del direttivo presieduto da Vincenzo Zummo – fuori dal contesto di reciproca condivisione di valori costituzionali e di reciproco rispetto. Il dibattito politico e l’interesse nel diffondere idee a fondamento di critiche rivolte al progetto di riforma costituzionale sulla ‘separazione delle carriere’ non possono esondare in attacchi non veritieri.
In particolare questa Camera Penale condanna la lesione dell’integrità, della professionalità, della dignità di intere generazioni di Avvocati che in questo Foro hanno difeso il cittadino nel rispetto della legge e delle garanzie costituzionali”.

Secondo i penalisti, “si è aperta una campagna estiva di delegittimazione contro i penalisti palermitani le cui conseguenze sono imprevedibili ma che non scalfiscono la libertà di ogni singolo avvocato e della categoria professionale cittadina”.

Dal canto suo Cavallaro spiega che non era sua intenzione mettere in discussione la professionalità dell’avvocatura palermitana, ma “è opportuno analizzare gli errori del passato commessi dai singoli, anche fra i rappresentanti della magistratura”.


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