PALERMO – “Ho conosciuto il male, ho scelto sempre il bene. Sono dello Zen”. Questo il motto del corteo che si è snodato tra le strade del quartiere San Filippo Neri fino ad arrivare al luogo che ha segnato il confine tra la vita e la morte di Aldo Naro, più di duemila persone hanno detto “no” ad ogni tipo di violenza. Una sfilata di striscioni, fiaccole e palloncini è arrivata davanti alla discoteca “Goa”, dove una settimana fa il giovane medico di San Cataldo ha trascorso le sue ultime ore di vita, terminate con un fatale calcio alla testa.
Dopo la confessione del diciassettenne dello Zen, il quartiere si è mobilitato: in poco più di ventiquattro ore è stata organizzata tramite i social network la fiaccolata a cui hanno partecipato centinaia di famiglie, coetanei di Aldo ed anche bambini. “Noi dello Zen non siamo bestie – dice Salvatore Salemi – questa nostra iniziativa nasce per manifestare il dolore immenso per la morte di un ragazzo d’oro e per rispondere con la pace alla violenza”.
“Abbiamo un cuore, come tutti coloro che abitano nelle altre zone della città – aggiunge Maria Naso –. Questa storia terribile ha aumentato la discriminazione di cui siamo già vittime da tempo. Ma non è giusto. Vogliamo dimostrare che non siamo dei delinquenti, vogliamo che la città sappia che qui ci sono anche tante persone perbene”. In silenzio, il corteo si è mosso dalla chiesa di San Filippo Neri ed ha percorso la via Fausto Coppi. Poi è giunto in via PV 46, dove ha sostato, rivolgendo una preghiera ad Aldo.