E fuori dal Palazzo scatta la protesta - Live Sicilia

E fuori dal Palazzo scatta la protesta

La lunga notte del Consiglio comunale
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Mentre Sala delle Lapidi discute a oltranza del bilancio e del Festino, si moltiplicano le pressioni sui consiglieri per orientare il bilancio in un senso o in un altro malgrado la penuria di fondi. Ieri sera, infatti, hanno bussato al portone di Palazzo delle Aquile le delegazioni di lavoratori e società partecipate per avere certezze circa le proprie problematiche. Richieste che hanno sfiorato nel complesso i 70 milioni di euro, a fronte di un bilancio lacrime e sangue. Dall’Amia, presente fino alle prime ore del mattino con il commissario straordinario Sebastiano Sorbello che ha chiesto invano di usare i soldi liberati dalla delibera Tarsu per la diminuzione della perdita di 19 milioni dell’azienda, ai lavoratori di Amia Essemme, passando per i 90 co.co.pro. della Spo che vorrebbero essere inseriti nel tavolo interministeriale romano ai dipendenti part time di Palermo Ambiente, che chiedono di essere passati a full time, fino a giungere al Teatro Biondo che vorrebbe non venissero effettuati ulteriori tagli.

“Siamo 90 famiglie – dice Tony Rubino della Spo – che chiedono solo di tornare a lavorare. Abbiamo bambini da sfamare e mutui da pagare, come facciamo? Abbiamo sempre lavorator e quanto ad aprile scorso ci hanno lasciato in mezzo a una strada i risultati si sono visti. Chiediamo solo di tornare a lavorare, d’altronde la Regione non ha avuto alcun risparmio facendo a meno di noi: spende sempre la stessa cifra”.

Ma a destare maggiore stupore è stata la protesta silenziosa degli operatori del sociale, che da settembre continuano ad accudire 300 fra disabili psichici e anziani non autosufficienti malgrado l’amministrazione non paghi più la retta. Dalle sei di ieri pomeriggio alle prime luci dell’alba, una cinquantina fra operatori e degenti giunti con i pulmini si sono seduti di fronte Palazzo delle Aquile, fra slogan e musica per chiedere al consiglio di trovare i cinque milioni l’anno necessari per garantire l’assistenza a circa 300 persone e i posti di lavoro. Una situazione gravissima, specie in considerazione del fatto che alcuni dei degenti sono stati abbandonati dalle rispettive famiglie e senza il sussidio del comune sono destinati a finire in mezzo a una strada. Le ipotesi circolate in queste ore di stanziamenti che non superino il milione sono stati giudicati dall’assessore alle Attività sociali, Raoul Russo, assolutamente insufficienti.

“Destano preoccupazione – ha detto il cardinale Paolo Romeo durante l’omelia della Messa celebrata in mattinata a Palazzo delle Aquile per Santa Rosalia – progetti legislativi e stili amministrativi che mostrano di non rispettare la dignità dell’uomo, che spesso sono frutto di una politica ridotta a gestione di conflitti e accordi trasversali. La classe dirigente di matrice cattolica – ha continuato l’alto prelato – ha bisogno di un rinnovamento dall’interno. Il sogno di una nuova generazione di politici e amministratori, ricordato dai Vescovi italiani, è una proposta forte che riparte dalla forza dirompente del Vangelo testimoniato nel servizio al bene comune”.

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