Adesso l’ente rischia di essere ricordato come l’Istituto regionale dei segretari particolari. All’Irsap, creatura sorta grazie alla riforma delle Asi, che porterà allo scioglimento degli undici “carrozzoni”, sono state appena riempite le caselle degli organi direttivi. Si tratta ancora di designazioni, volute dal presidente Lombardo e dall’assessore alle Attività produttive Venturi, che verranno ratificate nella prima riunione di giunta.
Ma non sono mancati, tra i “designati” i nomi noti all’amministrazione regionale. Uno, a dire il vero, non è affatto una sorpresa. Alfonso Cicero, infatti, è uno dei più stretti collaboratori dell’assessore che ha voluto e fortemente difeso la riforma, Marco Venturi. È lui il presidente dell’Irsap. Una nomina ampiamente annunciata. Cicero, d’altra parte, sta seguendo il processo di liquidazione addirittura di tre consorzi Asi: quelli di Agrigento, Enna e Caltanissetta. Piccolo particolare: Cicero, appunto, è il segretario particolare di Marco Venturi.
E la scelta dei nomi da piazzare vertice dell’Irsap, stando a insistenti voci di corridoio, ha rappresentato il motivo principale di un rallentamento nella costituzione dell’ente. E addirittura ha suggerito un mega-emendamento che “arricchirà” il prossimo disegno di legge “omnibus” che dovrebbe sbarcare in Aula la prossima settimana.
Uno degli argomenti al centro del risiko degli incarichi all’Irsap era rappresentato dalla designazione di Pippo Greco, nominato membro del cda insieme a Alessandro Albanese, Riccardo Garimberti e Filippo Ribisi. Greco, 44 anni, originario di Grammichele, paese del governatore, è infatti il capo della segreteria politica di Raffaele Lombardo, che ha voluto piazzare un “suo” uomo all’interno del nuovo istituto. Già in passato Greco era stato membro nel Cda della Serit, del Crias e assessore provinciale a Catania. Al momento è il commissario liquidatore dell’Asi del Calatino, dopo aver diretto il consorzio per alcuni anni. Negli ultimi mesi, ad esempio, in qualità di segretario particolare di Lombardo ha dovuto persino “affrontare” l’ira del movimento dei Forconi giunto sotto Palazzo d’Orleans per parlare col presidente, che quel giorno era a Roma per altri impegni.
Ma le nomine “particolari” non sono passate inosservate. Uno degli enti rappresentativi del mondo del lavoro, il Cna, ha sollevato grossi dubbi sulla “logica” alla base degli incarichi: “Prima di deliberare le nomine dei componenti all’interno di organismi ed istituti regionali in rappresentanza del mondo produttivo siciliano, – ha detto Mario Filippello, segretario regionale della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa – il presidente della Regione consulti le associazioni di impresa, soprattutto quelle più rappresentative per numero di iscritti e per presenza nel territorio. Le scelte effettuate dall’assessore Venturi – aggiunge Filippello – non sembrano dettate dalla volontà di portare avanti una reale concertazione nel nome dei veri interessi della Sicilia, ma da vecchie logiche che ci eravamo illusi di aver lasciato alle spalle”. Le logiche secondo le quali, insomma, va benissimo un segretario come presidente.
E del resto, queste settimane sono state segnate (e probabilmente lo stesso destino spetterà alle prossime) da un ricorso costante ai nuovi incarichi, alle nuove nomine, al posizione di bandierine varie sullo scacchiere dell’amministrazione pubblica.
A dire il vero, uno dei vessilli che sembra sventolare più alto di tutti è quello di Grammichele. Visto che, come racconta il quotidiano Repubblica, un altro dei compaesani del governatore, Giuseppe Digeronimo, è stato nominato consulente dell’Asp di Palermo, mentre sempre nel capoluogo in queste ore potrebbe arrivare la nomina di uno dei fedelissimi di Lombardo, Carmelo Pullara a dirigente generale dell’ospedale Civico. E per restare in un ambito legato alla sanità, su proposta dell’assessore Massimo Russo e del ministero della Salute, è stato anche rinnovato il Cda dell’istituto zooprofilattico. Entrano il commissario del Parco dei Nebrodi Salvatore Seminara, Anselmo Intirivici e l’ex deputato nazionale dell’Ulivo, nonché sottosegretario del governo D’Alema, Nenè Mangiacavallo. Scelto anche il nuovo presidente del Cda del Teatro Stabile di Catania: è Nico Torrisi, presidente della Federalberghi etnea. Restano libere anche le poltrone di Sviluppo Italia Sicilia, dopo le dimissioni di Vattani e quella di Sicilia Italia Lavoro, dove Tony Rizzotto è stato dichiarato incompatibile con la carica di presidente. Caselle da riempire alla prima giunta di governo, insieme a quelle del Cda del Crias.
Ma gli incarichi di sottogoverno spesso si incrociano con i destini dei componenti della giunta. E’ il caso dell’Irfis, dove l’ormai probabile scelta della Regione di nominare Francesco Maiolini alla presidenza, starebbe rallentando la decisione dell’assessore Armao di lasciare l’assessorato all’Economia, dove Riccardo Savona attende di subentrare. Per sbloccare la situazione, si era inizialmente pensato per Armao a un incarico al vertice di Serit. Un’idea che non avrebbe raccolto l’entusiasmo dell’avvocato, che invece sarebbe più tentato da un’esperienza al Consorzio autostrade siciliane, al momento diretto da uno dei dirigenti più apprezzati dal governatore, Anna Rosa Corsello. Nei prossimi mesi, anche in seguito ai piani di investimento da oltre tre miliardi annunciati dall’imprenditore Benetton per le infrastrutture siciliane, il ruolo di vertice del Cas potrebbe rappresentare un’esperienza di grande prestigio.
Se le caselle andranno al loro posto, insomma, il presidente della Commissione bilancio all’Ars Riccardo Savona potrà finalmente essere presentato come il nuovo assessore all’Economia. Una nomina che comunque dovrebbe arrivare dopo altri due avvicendamenti in giunta. All’Energia, infatti, il governatore sta provando a convincere il dirigente generale Gianluca Galati, che non sembra gradire. L’ipotesi Monterosso è subito tramontata. Il capo di gabinetto di Lombardo, infatti, sarebbe più attratta da un’altra delle poltrone dell’esecutivo: quella che potrebbe essere liberata da Mario Centorrino, assessore in uscita all’Istruzione e alla Formazione. Tutto questo, quando mancano 51 giorni alle dimissioni di Lombardo. Da quel momento, il governo potrà mandare avanti solo le attività di ordinaria amministrazione. Ma allora, lo scacchiere delle nomine sarà già a buon punto.