PALERMO – “Non vogliamo difendere una posizione di potere ma evitare che si giunga al caos istituzionale”. Giovanni Avanti apre così il convegno dell’Unione regionale delle Province siciliane, organizzato a Palazzo dei Normanni, in cui l’Urps ha presentato il proprio disegno di legge di riforma delle Province. Quattro i punti cardine del ddl. In prim’ordine la conferma dell’elezione diretta del presidente e del consiglio, cui di pari grado si affianca il taglio del numero degli assessori e dei consiglieri, come previsto dalla normativa nazionale.
Si passa a quindi ad altri due aspetti, compatibili con la cosiddetta spending review: una rivisitazione organica delle competenze di Regioni, Province e Comuni da un lato, e l’accorpamento in capo alle Province di tutta una serie di enti e carrozzoni attualmente legati alla Regione dall’altro, come gli Iacp e gli enti parco . “Siamo innanzi tutto un’espressione del popolo – afferma Avanti – e per questa ragione siamo consapevoli della situazione di difficoltà in cui ci troviamo. Abbiamo quindi formulato una proposta ragionevole ed evitato una decisione presa solo sull’onda dell’emotività. Con la riforma annunciata dal governo Crocetta si rischia infatti di avere pesanti conseguenze sui cittadini e sulla finanza pubblica nei prossimi anni”.
Sullo sfondo dunque la possibile moltiplicazione dei nuovi liberi consorzi. “Ci sarebbe un aumento in misura esponenziale – prosegue il presidente della Provincia di Palermo – di nuovi soggetti giuridici con un aggravio dei costi”. Avanti contesta quindi l’abolizione dell’elezione diretta: “Sarebbe una negazione della democrazia. Una restaurazione ed un ritorno al passato, andando a favore delle nomine fatte dai partiti e non della volontà dei cittadini”. All’incontro organizzato in Sala Gialla hanno preso parte anche l’assessore regionale alle Autonomie locali Patrizia Valenti e Antonio Saitta, presidente dell’Unione Province italiane, che ha sottolineato la propria posizione a sostegno dell’organismo intermedio. “Si sbaglia a pensare che le Province siano un male e che la loro abolizione risolva qualcosa”, afferma Saitta, che è anche presidente della Provincia di Torino. Per rinforzare la propria posizione l’Urps ha presentato anche una serie di dati provenienti dal ministero del Tesoro, che sottolineano l’esiguo margine di spesa che hanno le Province. In Sicilia in particolare esse nel 2012 hanno speso per un totale di 600 milioni di euro, a fronte dei 9 miliardi della Regione e dei 4 miliardi e mezzo dei Comuni.