Mafia, morto il boss di Bagheria Giuseppe Scaduto

È morto il boss di Bagheria Scaduto, dalla rifondazione a Messina Denaro

Aveva 78 anni

PALERMO – Settantotto anni e una lunghissima carriera criminale. È morto Giuseppe Scaduto, capomafia di Bagheria. Era detenuto al 41 bis nel carcere di Cagliari. Il suo nome figurava anche nella lista dei 181 arrestati nel maxi blitz dei carabinieri dello scorso febbraio. L’anziano capomafia fu fra i promotori, nel 2008, della riorganizzazione di Cosa Nostra stoppata dai militari con il blitz denominato “Perseo”.

Negli anni Novanta si occupava già di estorsioni nella stagione in cui la cosca bagherese garantiva protezione e assistenza a Bernardo Provenzano. Scaduto aveva finito di scontare una condanna nel 2007. Un anno dopo era già di nuovo in cella. È a lui che si erano rivolti i mafiosi palermitani che volevano rifondare Cosa Nostra, convocando la commissione provinciale che non si riuniva dall’arresto di Totò Riina.

Scaduto è stato condannato anche per ricettazione, produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Una fetta della sua vita, oltre vent’anni, l’ha trascorsa in carcere e in silenzio.

Un silenzio rotto soltanto nel 2017 per smentire con forza la pesante accusa che volesse uccidere la figlia perché intratteneva una relazione con un militare. Sempre nel 2017 dimostrò di essere anziano e pure focoso, così come un altro boss Carmelo Fricano. Se le diedero di santa ragione in strada per una vicenda di soldi. Un anno dopo gli è stato confiscato un patrimonio stimato in un minore e mezzo di euro.

Nel settembre 2021, mentre scontava la pena, è stato raggiunto da un altro provvedimento di custodia cautelare per associazione mafiosa, estorsione e rapina aggravata. Al suo nome, come accade spesso per i boss che contano, è legato un episodio misterioso avvenuto in concomitanza con l’arresto di Salvatore Lo Piccolo a Giardinello nel 2007.

Il boss Andrea Adamo avrebbe detto ad Andrea Bonaccorso che era in programma un incontro con “un trapanese” senza specificarne l’identità e bisognava “tenere gli occhi aperti”. Successivamente Pino Scaduto avrebbe svelato a Bonaccorso l’identità del misterioso “trapanese”: Matteo Messina Denaro. “Se i poliziotti avessero aspettato al massimo un’ora – riferì Bonaccorso – in quella casa sarebbe successo il 48”.


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