E’ scontro sulla sentenza Ciancio |Montana attacca Giarrusso - Live Sicilia

E’ scontro sulla sentenza Ciancio |Montana attacca Giarrusso

I fratelli del poliziotto Beppe Montana ucciso dalla mafia, hanno deciso di fare ricorso in Cassazione. Dario Montana entra anche nel merito della decisione del senatore penastellato di convocare in Commissione Antimafia la giudice Gaetana Bernabò Distefano e il capo dei gip Nunzio Sarpietro.

Ricorso in Cassazione
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CATANIA – Sentenza Ciancio: i fratelli Gerlando e Dario Montana presentano ricorso in Cassazione. I fratelli del poliziotto Beppe Montana, ucciso dalla mafia, “persone offese e parti civili costituite, avverso la sentenza di non doversi procedere emessa dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Catania, nei confronti di Mario Ciancio Sanfilippo” hanno reso nota la decisione di ricorrere in Cassazione. “L’aspetto centrale del ricorso non è il concorso esterno (che abbiamo comunque impugnato), ma la ricostruzione probatoria”, spiega l’avvocato Goffredo D’Antona.

“C’è una sentenza che non condivido per tutto il percorso probatorio fatto: si valutano alcuni episodi e non altri”, argomenta. “Della sentenza emerge una visione non condivisibile dell’udienza preliminare e dei consequenziali possibili esiti. Non si ripetono i vari passaggi ma si ribadisce questo concetto proprio per dimostrare come tutto l’approccio del Gup, al di là poi delle contraddizioni, delle omesse valutazioni, è stato un approccio di merito. Un approccio dove si sono cercate le prove dell’innocenza dell’imputato. Fatto questo lodevole se ci fossimo trovati in un giudizio abbreviato o comunque in un giudizio di merito. Fatto invece da cassare trovandoci in un’udienza preliminare”, scrive il legale.

Un ricorso che si somma a quello depositato dalla Procura nella giornata di sabato scorso. Dario Montana esce dal silenzio mantenuto fino a questo momento per una ragione ben precisa. “Sul processo non abbiamo detto niente perché la nostra famiglia rispetta sino in fondo le istituzioni e il loro ruolo”, dice. “Ringraziamo i pubblici ministeri che in aula hanno avuto una condotta molto ferma, rigida, attenta e senza pregiudizi sulla base della prima richiesta di archiviazione fatta ma hanno approfondito le indagini”, argomenta Montana che sottolinea “la convinzione dimostrata nella requisitoria per richiedere il rinvio a giudizio”.

Dalle parole di Montana emerge un profondo senso delle istituzioni. Anche per questo il fratello di Beppe Montana entra nel merito della richiesta, avanzata dal senatore pentastellato Mario Giarrusso, di sentire in Commissione Antimafia la giudice Gaetana Bernabò Distefano e il capo dei gip Nunzio Sarpietro. “Sono veramente inorridito dalla richiesta del senatore Mario Giarrusso: la politica deve rimanere fuori”. “La politica si deve occupare di queste vicende, ma senza entrare nelle vicende del singolo giudice, in caso di profili di responsabilità deve essere l’organo di autogoverno dei magistrati a occuparsi di queste cose”, argomenta Montana ribadendo l’importanza della “separazione dei poteri”. La paura è che si crei un precedente. “Mio fratello è stato ucciso perché difendeva lo Stato democratico”, ricorda Montana. “Noi familiari delle vittime della criminalità organizzata di stampo mafioso riteniamo che la lotta alla mafia attenga alla questione democratica”.

 

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