Bonanno: "Qui è un disastro" | Ecco i bonus per la segreteria - Live Sicilia

Bonanno: “Qui è un disastro” | Ecco i bonus per la segreteria

Il 17 ottobre scorso Dario Bonanno scrive a Lombardo e Armao: "O aiutate l'Eas, o sono pronto a portare le carte in Procura". I Cobas Codir, però, denunciano: "Mentre l'ente è allo sfascio, il commissario decide di spendere 60 mila euro per il salario accessorio di cinque lavoratori".

Il commissario dell'Eas
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Il commissario liquidatore dell'Eas, Dario Bonanno

Il commissario liquidatore dell'Eas, Dario Bonanno

PALERMO – “Gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio economico-finanziario”. È tutta in questo passaggio la fotografia dell’Ente acquedotti siciliani. Una fotografia scattata non certo da una persona “estranea” all’ente. Anzi. Le parole sono state messe nero su bianco dall’attuale commissario liquidatore Dario Bonanno, in una lettera del 17 ottobre scorso, inviata all’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo, al segretario generale Patrizia Monterosso, all’assessore all’Economia Gaetano Armao e al ragioniere generale Biagio Bossone. In una nota riservata, Bonanno denuncia, tra le altre cose, il silenzio dell’amministrazione di fronte alle sue reiterate richieste di intervento. E minaccia le proprie dimissioni. Ma nelle stesso tempo, è lo stesso commissario a essere finito al centro delle accuse, dei sindacati questa volta: “Mentre parla di difficoltà economiche – denuncia il sindaco Cobas Codir – Bonanno ha riconosciuto arbitrariamente dei bonus ai componenti della sua segreteria”.

Insomma, il clima all’interno dell’ente, in liquidazione dal 2004, è sempre rovente. E le difficoltà dell’Eas, raccontate anche in un servizio del mensile “S”, in edicola, sono ben rappresentate dalla lettera di Bonanno ai vertici della Regione. “Il sottoscritto – si legge nella missiva – ha avuto modo di evidenziare le gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio economico-finanziario riscontrate ad una prima analisi delle problematiche Eas, pur in assenza di formali rendiconti di gestione da parte dei predecessori, richiedendo l’autorevole e significativo intervento delle SS.LL.. secondo i differenziati livelli di competenza”. Appena insediatosi, quindi, e verificata la grave condizione di salute dell’ente, il commissario avrebbe più volte chiesto al presidente Lombardo e all’assessorato all’Economia di intervenire, non ottenendo, stando al racconto di Bonanno, alcuna risposta, come si evince dal resto della lettera: “Pur considerando il delicato e difficile momento politico – scriveva a dieci giorni dalle elezioni regionali – spiace constatare la totale assenza di riscontro alle urgenti richieste di incontro e interventi, malgrado la complessità ed importanza delle questioni rappresentate coinvolgenti un settore pubblico particolarmente sensibile quale è quello della gestione dell’acqua e della tutela della salute pubblica”. Tra i più gravi problemi dell’Eas, quello riguardante le difficoltà incontrate per chiudere i bilanci dal 2007 in poi, per via della presenza tra i capitoli, di entrate mai riscosse. E molte delle quali già prescritte: per un totale di almeno cinquanta milioni di euro. “L’Eas, infatti, – prosegue Bonanno nella sua lettera – a causa della notoria esposizione debitoria, non è più in grado di assolvere alle ‘ordinarie’ funzioni ed ai servizi indispensabili ancora oggi chiamato a svolgere in virtù di immutati compiti e prerogative istituzionali, motivo per il quale è stata particolarmente avvertita dal sottoscritto l’esigenza di arginare il rilevato deficit di bilancio mediante la richiesta di un contributo straordinario che si quantifica in 100 milioni di euro (salvo miglior conteggio) al fine di ricondurre la capacità finanziaria dell’Ente ad uno stadio tollerabile di passività e ad un livello minimo di produttività l’attività di gestione”. E ancora, nella lettera ecco un nuovo richiamo a un “celere intervento” del governo, oltre ad “ogni più opportuno atto di indirizzo politico nell’interesse primario della collettività”. Ma dopo le richieste, ecco che Bonanno non esclude un proprio passo indietro: “In difetto di ogni utile e tempestiva iniziativa, il sottoscritto Commissario liquidatore, fermo restando che fin da adesso dovrà essere tenuto indenne da ogni e qualsiasi responsabilità, sarà costretto, suo malgrado, a rassegnare le proprie dimissioni e denunciare alle competenti Autorità lo stato di grave squilibrio finanziario più volte rappresentato, con ogni consequenziale effetto”.

Insomma, il commissario è pronto non solo a dimettersi, ma ad incontrare il nuovo governatore Crocetta (“al quale chiederò – annuncia Bonanno – le stesse cose che ho chiesto a Lombardo”) e infine a portare “le carte” alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei conti. Dove, a dire il vero, è già arrivata, nei giorni scorsi, un’altra denuncia del sindacato Cobas Codir che ha puntato l’indice contro il riconoscimento di alcune indennità per funzioni dirigenziali erogate – secondo il sindacato illegittimamente – ad alcuni funzionari dell’azienda, dopo ricorsi al Tar di fronte ai quali l’Eas si sarebbe presentato in ritardo. Ma a queste denuncia, oggi se ne aggiunge un’altra. E coinvolge direttamente, stavolta, proprio il commissario Bonanno. “Mentre l’ente, per bocca dello stesso commissario, è in grave crisi finanziarie, – dichiarano i responsabili dei Cobas Codir Bernardo Scaturro e Francesco Sutera – Bonanno decide di riconoscere a cinque addetti della sua segreteria delle indennità accessorie, per un costo di circa 60 mila euro annui”. E in effetti, la traccia del riconoscimento di questi bonus, si ritrova in una lettera firmata in calce dallo stesso commissario e dal dirigente coordinatore dell’Ufficio “Competenze al personale”, Michela Terranova. L’oggetto della lettera è chiaro: “Retribuzione accessoria personale Segreteria del Commissario liquidatore”, e nel corpo della missiva si comunica anche l’importo di questa retribuzione per il personale della segreteria. Si tratta di cinque persone, per l’esattezza. Ai funzionari direttivi Gregorio Pumo e Giovanna Brusca sono stati riconosciuti 14 mila euro, all’Istruttore direttivo Teresa Palombo 10.500 euro, al suo collega (pari livello) Francesco Fascella 15.500 euro, mentre alla dipendente Rosanna Nicoletti ecco 6.500 euro. La “ratio” di questo riconoscimento starebbe nella equiparazione di queste figure con quelle di componenti degli uffici di staff del presidente. Un’equiparazione contestata dal sindacato: “Non mettiamo in dubbio – dicono i sindacalisti Cobas – la necessità che il commissario, che ricopre anche il ruolo di dirigente generale, si debba dotare di personale che possa aiutarlo. E sappiamo bene che l’alternativa sarebbe stata quella di riconoscere comunque uno straordinario alle persone impegnate in questa attività di supporto. Ma le scelte del commissario riguardanti il numero, i nomi, le mansioni e la retribuzione, sono del tutto arbitrarie, visto che non sono passate attraverso alcuna contrattazione sindacale, e, per quanto ci risulti, l’equiparazione agli uffici di staff non è stata sancita da alcuna delibera. Riteniamo comunque – aggiungono i sindacalisti – quantomeno inopportuna l’erogazione di queste somme, considerata la grave condizione di un ente che pochi mesi fa è persino rimasto senza l’energia elettrica, e nel quale non si è provveduto ancora a riconoscere il salario accessorio di tutti gli altri dipendenti”.

Una ricostruzione, però, che non trova d’accordo il commissario Bonanno: “Quella riconosciuta ai cinque componenti della segreteria, è una indennità forfettaria, stabilita già nel 2007 con una delibera dell’allora commissario Marcello Massinelli. Ed è uno strumento finalizzato a evitare che la stessa mole di lavoro venisse pagata attraverso gli straordinari, che costerebbero molto di più all’amministrazione. Per il resto, io posso dire che da quando sono arrivato (giugno di quest’anno, ndr) ho ridotto il personale della segreteria da nove a cinque componenti. E ridotto del 70% le spese degli stipendi”. Ma se anche dal nuovo governo non arriveranno risposte rassicuranti, Bonanno è pronto a fare le valigie.


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