Ecco la lista nera della Formazione | Gli enti messi fuori dall'Avviso 20 - Live Sicilia

Ecco la lista nera della Formazione | Gli enti messi fuori dall’Avviso 20

L'assessorato ha compilato la lista nera degli enti che non potranno prendere parte al nuovo bando dell'Avviso 20. Mariella Lo Bello: "Quell'elenco racconta il sistema della Formazione professionale siciliana".

 

PALERMO – Una “lista nera” degli enti di Formazione. Lo aveva annunciato pochi giorni fa Mariella Lo Bello. E adesso, sul tavolo dell’assessore, una lista c’è già. È quella che elenca gli enti estromessi dal mondo della Formazione siciliana. Quelli che non parteciperanno alla corsa per i finanziamenti della terza annualità dell’Avviso 20 perché già oggetto di revoca. Ma c’è di più. Dall’assessorato spiegano che quella lista, di enti “revocati”, è la “fotografia di un sistema” sorretto da irregolarità, prezzi gonfiati, controllo politico del personale. “Questa è una grande operazione verità he racconta il sistema della Formazione siciliana”, spiega la Lo Bello.

E così, ogni ente presente nella lista in mano al neo assessore, ha una sua storia.  Ci sono, ovviamente, gli enti del Messinese: Aram e Lumen. Le loro storie hanno assunto una ulteriore valenza politica, visto il coinvolgimento dell’ex sindaco di Messina ed ex segretario regionale Pd Francantonio Genovese, oltre che del deputato regionale Franco Rinaldi. C’è il Ciapi di Palermo, indicato a più riprese dal governatore Crocetta come l’epicentro dello spreco della Formazione, fino ad arrivare alle recenti vicende che hanno coinvolto l’Ecap di Palermo. Sullo sfondo, ovviamente, migliaia di lavoratori che si sono trovati troppo spesso sul marciapiede o nel migliore dei casi faticosamente recuperati da progetti del Ciapi “buono”, quello di Priolo. Che però sembra non farcela più.

La lista c’è, insomma. Questi enti sono fuori dal sistema della Formazione siciliana. Fuori dalla corsa per l’Avviso 20, secondo le intenzioni dell’assessorato. Oltre ad Aram, Lumen, Ciapi ed Ecap Palermo, ecco anche il Cufti, lo Ial Sicilia, l’Ecap di Agrigento, l’Efal di Messina, EmcQuadro, Enaip Asaform, Enaip di Messina, Enaip di Ragusa, Enfap Sicilia, Esfo-Ctrs, Eureka società cooperativa, Federcomed di Agrigento, Issvir, Anfes, Anfe Catania, Ieraps, Ancol Sicilia, Aiprig e Informhouse.

E la “lista nera” potrebbe allungarsi. Al vaglio dell’assessorato, infatti, il tema assai complesso dei mancati rendiconti. Gli uffici stanno infatti verificando mancate “chiusure” che risalgono in alcuni casi addirittura al 2007. “Sono migliaia e migliaia – spiega Mariella Lo Bello – le pratiche che si sono man mano accumulate sulle scrivanie del dipartimento Formazione”. La chiusura dei rendiconti consentirebbe in molti casi agli enti di ottenere l’ultimo 20% dei finanziamenti stanziati dalla Regione. “In molti casi, però, direi la metà, – agginuge l’assessore – la mancata chiusura dei rendiconti non è imputabile ai ritardi della pubblica amministrazioni. Nella metà dei casi, anzi, il rendiconto potrebbe costringere persino gli enti a dover “restituire” somme alla Regione”. E così, si affaccia una nuova “lista”. Quella degli enti in ritardo sulla rendicontazione.

Ma la verifica di fatture, scontrini e spese operate dagli enti prima col Prof, poi col ricorso al Fondo sociale europeo, potrebbe portare all’emersione di altri casi di utilizzo sospetto dei fondi. Spese gonfiate insomma. Che rappresentano il motivo principale per cui gli altri enti sono finiti nella black list. Le altre “anomalie” registrate riguardano invece l’affitto spropositato di immobili e il ricorso a consulenze inesistenti, oltre alle indagini della magistratura e al mancato possesso del Durc. Elementi che potrebbero appunto riemergere dagli stessi rendiconti.

“Ma la black list – dice la Lo Bello – è anche la fotografia di un sistema. Di una rete che negli anni ha sostenuto il settore della Formazione professionale. In alcuni casi – aggiunge – abbiamo registrato, e lo hanno fatto anche le autorità preposte, fatturazioni gonfiate per 70, 80 mila euro. Ma in molti casi, si creavano collegamenti tra dieci, dodici enti. Con un volume di ‘affari’ enormi”. E la lista, secondo la Lo Bello, ha anche un altro scopo. “Quello di distinguere chiaramente – spiega – gli enti dai lavoratori. Per questi ultimi, già nella prossima settimana lavoreremo alle procedure di prepensionamenti e agli incentivi alla fuoriuscita. Una uscita dal settore che oggi, a differenza di alcuni anni fa, potrebbe essere maggiormente gradita dai lavoratori degli enti”. Molti di quegli enti intanto sono stati sbattuti fuori dal mondo della Formazione. Sono finiti nella “lista nera”.


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