'Ecomostro abbattuto e poi ricostruito, pirandelliano disastro ambientale' - Live Sicilia

‘Ecomostro abbattuto e poi ricostruito, pirandelliano disastro ambientale’

La nota di Manlio Mele, responsabile del Dipartimento regionale dei Beni Culturali del PD.

“Sarebbe stato certamente la trama di uno dei bellissimi scritti di Andrea Camilleri. Ma certamente anche Pirandello avrebbe fatto una attenta riflessione sul tema”, questo l’inizio della dichiarazione di Manlio Mele responsabile del Dipartimento regionale dei Beni Culturali del PD.

Nel 2005 dopo interminabili proteste e svariata denunzie, l’Assessorato Beni Culturali decide finalmente di riattivare un capitolo di spesa destinato alla rimozione dei “detrattori paesaggistici ed ambientali”; tale capitolo era alimentato peraltro molto sapientemente dai proventi provenienti dai fondi versati per sanare l’abusivismo edilizio siciliano. Il budget del capitolo servirà all’Assessorato BB CC per bandire l’unica gara d’appalto, forse mai fatta in precedenza, per abbattere un “ecomostro” posto lungo la spettacolare costa di Butera all’interno del Parco dei Principi di Butera e praticamente all’interno del giardino trecentesco del meraviglioso catello di Falconara. La Regione Siciliana volle porre fine ad un atavico scempio che perdurava nei decenni abbattendo il lido, che a dispregio dell’aspetto architettonico, venne chiamato “del Sorriso”, dal nome di colui che ne decretò l’edificazione.

Nel 2001 la Regione, per mano del competente assessorato BB CC pose un importante vincolo dichiarando il “Castello di Falconara ed il suo annesso giardino…” di interesse storico architettonico. In realtà quel vincolo, continua Manlio Mele, venne posto non solo sull’immobile medioevale ma anche sull’annesso giardino che, con una serie di prospettive centrali conduceva al litorale antistante ed in particolare ad una spettacolare “isola” voluta dalla natura a centro focale dell’intera area. Il decreto di vincolo ritenne opportuno preservare qualunque alterazione della forma del giardino, delle aiuole dei materiali ma soprattutto del contesto ambientale e del litorale circostante. A seguito di tale vincolo la Regione Siciliana ritenne di sottoporre l’intera area, totalmente sul mare, quale zona SIC, ZCS e ZPS, con la finalità di salvaguardare definitivamente l’intero contesto ambientale.

Dopo aver speso una cospicua somma per ripristinare lo status quo ante, colmo dei colmi, l’area , sulla quale sorgeva il famigerato Lido del Sorriso, poi abbattuto viene nuovamente data in concessione dal Demanio, e per esso dall’Assessorato Territorio e Ambiente, ad un nuovo inquilino per l’edificazione di un altro lido turistico – balneare che certamente finirà per ricompromettere, qualunque sia la struttura che sarà edificata, uno dei tratti di costa più belli della Sicilia. “E ’doveroso che i nostri Assessorati Territorio Ambiente e Beni Culturali ricordino che esiste un tema politico-amministrativo fondamentale: i litorali regionali sono oggetto di Piani di Utilizzazione del Demani Marittimo (PUDM) nell’ambito dei quali è obbligo stabilire quali tratti di litorale debbano, per le ragioni che abbiamo detto, essere “risparmiati” da qualunque tipo di attività. Il tema è centrale, continua Manlio Mele, perché non tutti questi straordinari ambienti possono tollerare attività e insediamenti invasivi di questo tipo.

Qual è lo stato di attuazione in Sicilia (in Italia) della direttiva Bolkestein sulle concessioni demaniali? Sarebbe bene ricordare ai Governanti siciliani che la Commissione europea, in data 3 dicembre 2020, ha deciso di inviare “una lettera di costituzione in mora all’Italia in merito al rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi (concessioni balneari).”

Purtroppo i nostri Governi regionali sono andati nel tempo ampliando durata delle concessioni e la loro permanenza sui litorali nel corso della stagione, riducendo al contempo la distanza minima fra le varie concessioni date. In questo quadro sarebbe auspicabile sapere se il Comune di Butera si è prioritariamente dotato del PUDM (Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo) senza il quale non sarebbe ipotizzabile alcuna concessione demaniale. Nello sperare, conclude Manlio Mele, che l’Assessore ai Beni Culturali, al quale viene demandato il parere vincolante tramite la Sovrintendenza preposta, voglia immediatamente bloccare tale concessione edificazione e porre definitivamente fine all’equivoco tragico fra valorizzazione e “valorizzazione”, che poi è il cuore della persistente confusione fra “mise en valeur” alla francese e “valorizzazione” nell’accezione economicistica che sostanzialmente significa (s)vendita dei nostri beni. .



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