PALERMO – Rinnovabili, efficienza energetica degli edifici pubblici, diminuzione del costo della bolletta grazie a fondi europei e praticamente a interessi zero: ecco l’opportunità del fondo Jessica, fondo della Banca europea degli investimenti istituito dall’Unione europea e che per la Sicilia ammonta a 52,7 milioni di euro. Ne hanno parlato ieri, a villa Niscemi, i rappresentanti del Fondo sviluppo urbano e i vertici dell’associazione dei comuni isolani guidata dal presidente Leoluca Orlando, sindaco di Palermo.
I soldi in questione, infatti, vanno impegnati necessariamente entro dicembre del 2015, oppure andranno persi: un’eventualità che la Regione (che è l’autorità di gestione) vuole scongiurare a tutti i costi e così ha chiesto, per mezzo del Fondo, incontri a livello provinciale per convincere un centinaio di comuni a presentare i progetti. Jessica fa parte della programmazione 2007-2013 e quindi scadrà a breve, sostituita dalla 2014-2020: 89,5 per mobilità e infrastrutture, 52,7 milioni sono per l’efficienza energetica (questi ultimi gestiti tramite l’Iccrea).
Se per i privati gli interessi sono assai vantaggiosi (1,5%), per i comuni sono quasi inesistenti: potranno ottenerli restituendoli in 20 anni, in modo tale che con il risparmio in bolletta si paghino le rate senza nemmeno sforare il patto di stabilità. E’ stato fatto un elenco preliminare di un centinaio di comuni che avrebbero i requisiti necessari (cioè con i conti degli ultimi due anni in ordine e in grado di indebitarsi e investire), ma tanti altri se ne potrebbero aggiungere. Si possono presentare progetti per sostituire un palo della luce con uno a led, così come per ammodernare l’intero impianto o rendere energeticamente efficienti immobili pubblici come anche le scuole. In questo modo si rispetta l’ambiente e si riducono i costi. Di 52,7 milioni già 15 sono impegnati (tra Palermo, Erica, Carini, Ribera e altri enti locali) ma tanti restano ancora da impegnare per evitare di doverli restituire.
“E’ stato un incontro interessante – spiega a Livesicilia Leoluca Orlando, presidente dell’Anci – ci hanno chiesto di far conoscere questa opportunità ai comuni siciliani e la nostra intenzione è di promuovere incontri provinciali per una consulenza gratuita. Un centinaio di comuni avrebbe manifestato interesse o potrebbero manifestarne. E’ una misura pensata più per i piccoli comuni, Palermo ha una sua azienda partecipata al 100%, ovvero Amg, che ha i suoi appalti e le sue economie. Esamineremo comunque anche noi la convenienza di questa misura”. Proprio Amg, come privato, ha promosso progetti da 11,3 milioni nell’ambito dei 52 per la riqualificazione ecologica della palazzina un tempo adibita a magazzino nell’area dell’officina in via Tiro a Segno e destinata a diventare la sede di presidenza, direzione e uffici amministrativi di Amg; la realizzazione nello stesso sito di un impianto centralizzato di teleclimatizzazione e nell’avvio di un progetto di ‘smart grid’ per Palermo, che avrà il suo cuore nelle nuove apparecchiature di telecontrollo e monitoraggio della rete gas. Un’opportunità segnalata per tempo, e a più riprese, dall’area Europa di Palazzo delle Aquile.
“Il denaro messo a disposizione per migliorare le infrastrutture delle città non è stato speso perché non c’è una comunicazione corretta tra comuni e Regione – dice il vicepresidente dell’Anci Giulio Tantillo – un plauso va fatto alla Regione per aver voluto contattare l’Anci per spendere questi 52 milioni. Il ruolo dell’Anci sarà di fare riunioni provinciali per spendere le somme e ammodernare le città. Mi auguro che non sia un punto di arrivo ma di partenza, una base per il futuro”.
“Il nostro obiettivo principale in sinergia con la Regione – dice Marco Rocchi, funzionario di Iccrea banca impresa, referente del progetto Jessica – è di investire sull’efficienza energetica per gli obiettivi di contenimento della spesa corrente per la bolletta energetica, in conformità con le direttive europee in via di recepimento. Uno dei problemi del nostro Paese è la bolletta energetica che non ci rende competitivi, lo Stato vuole ridurre i suoi costi prima di chiederlo alle aziende”.