PALERMO – L’esperimento politico è riuscito e allora per gli ideatori appare normale pensare a un prosieguo: resta da capire con che modalità. La lista Forza Italia-Moderati, con il supporto di Dc e Mpa, ha portato a casa il 23,7% in Sicilia e così, all’indomani del voto, tutti i protagonisti di quello che, di fatto, è l’unico esperimento centrista riuscito degli ultimi anni si interrogano sul domani.
La casa comune dei moderati
Nessuno si sbilancia sui tempi ma l’idea di una “casa comune dei moderati” da costruire in un futuro più o meno immediato piace. I più entusiasti sono Saverio Romano, che con Noi Moderati ha aperto la strada all’intesa con Forza Italia, e Totò Cuffaro (Democrazia cristiana), più cauti Raffaele Lombardo (Mpa) e Marcello Caruso (FI).
Gli onori di casa a queste Europee li ha fatti Forza Italia, secondo il modello di un partito aperto e pluralista che è sempre stato auspicato anche dal governatore Renato Schifani. In corso d’opera è arrivato anche il supporto della Dc e del Movimento per l’autonomia.
E sullo sfondo c’è anche l’ex ministro Totò Cardinale, vicino al recordman delle preferenze Edy Tamajo, che negli ultimi mesi ha parlato apertamente di Forza Italia come la nuova casa dei moderati.
Gli eredi di Mannino insieme
Romano, Cuffaro, Lombardo e Cardinale tutti insieme. Scherzi beffardi di una trama politica che in queste Europee 2024 ha finito per mettere sotto allo stesso tetto gli allievi di Lillo Mannino. Alla fine l’esperimento ha portato a 355.666 voti in Sicilia e due eurodeputati.
Marco Falcone andrà a Strasburgo, Tamajo chissà. In attesa che l’assessore alle Attività produttive sciolga la riserva, i protagonisti dell’esperimento ragionano sul futuro.
Romano: “Un Partito popolare italiano”
“La verità è che gli elettori hanno sposato il bipolarismo e questo significa che non c’è spazio per un centro autonomo”, ragiona Romano che brinda ai 68.730 voti in Sicilia per il suo candidato Massimo Dell’Utri, sostenuto anche dalla Dc.
“In questo quadro si resta attrattivi facendo una scelta tra i due schieramenti. Davanti alla dicotomia tra un governo stabile e una più marcata identità, l’elettorato sceglie la prima opzione”.
Dopo avere lanciato una stoccata all’Udc (“incomprensibile la loro scelta di sciogliersi nella Lega, speriamo rinsaviscano”), Romano disegna scenari futuri e non nasconde il sogno di realizzare un partito dei moderati.
“Più che ad una federazione di partiti, penso che oggi ci siano le condizioni per una operazione in stile Pdl 3.0 – argomenta -. Del resto, veniamo tutti dalla stessa storia. Mettiamo da parte i piccoli interessi, io guardo a un grande Partito popolare italiano”.
L’idea è quella di “una casa comune ma – precisa – con regole chiare. Non una fusione ma una ‘Newco’, con una impronta inclusiva e non di annessione”. Secondo il coordinatore di Noi Moderati “è importante usare questo successo elettorale per guardare avanti”.
Cuffaro: “Esperimento riuscito, avanti”
La pensa allo stesso modo Cuffaro, che pure in queste Europee aveva tentato l’avventura centrista con Matteo Renzi. L’ex premier poi abbandonò il progetto per sposare quello con Bonino e socialisti: non è andata bene.
Alla fine la Dc ha sposato la causa Dell’Utri. “L’esperimento è ben riuscito – afferma l’ex governatore – e chi vi ha partecipato dovrebbe proporre di continuare su questa strada”.
Cuffaro vede positivamente “l’idea di stare insieme in un contenitore unico come il Ppe, anche se – premette – c’è da capire cosa ne pensa Forza Italia”. Cuffaro poi getta la palla avanti: “La Dc e Noi Moderati siamo d’accordo. Se questa casa comune non dovesse sorgere nell’immediato, le nostre forze politiche andranno comunque avanti in un rapporto sempre più concreto”.
Cuffaro non dimentica l’amico-nemico di sempre, Raffaele Lombardo, anche lui valore aggiunto della lista FI-Noi moderati con la sua candidata Caterina Chinnici (90.339 voti in Sicilia).
“L’auspicio è che ci sia anche Raffaele in questa esperienza. Tutti gli abitanti di questa casa devono trovare le ragioni dello stare insieme, portando ciascuno il proprio contributo. La Sicilia, più che un laboratorio, può essere il motore di questo cambio di prospettiva”.
Lombardo tra interesse e dubbi
Lombardo dimostra curiosità per l’idea ma i dubbi sono tanti e non vengono nascosti dal leader Mpa. “Se l’esperimento di una casa comune dei moderati si declina prima di tutto con la correttezza dei comportamenti allora ci saremo, bisogna esser certi che, a chi entra in casa, non si consenta di
fare la pipì sul letto”.
Il leader autonomista fissa i paletti: “C’è da organizzarsi perché l’autonomia differenziata non faccia danni – evidenzia -. Se a costi invariati o dovremo pagare anche quella della Lombardia? Solleveremo questo e altri temi”.
Lombardo non dimentica le schermaglie della recente campagna elettorale, come già evidenziato subito dopo il voto: “Per queste Europee abbiamo accolto l’invito di Tajani e abbiamo sostenuto Caterina Chinnici fino in fondo – sottolinea -. Un sostegno leale e corretto ma non posso non registrare come si siano messe in campo combinazioni per vanificare e annichilire un progetto voluto da Tajani”.
L’interesse, però, c’è e il leader autonomista trova anche ragioni storiche per un percorso comune. “Viviamo un’epoca nella quale la politica estera è tornata centrale, e penso soprattutto alla contrapposizione del mondo occidentale con Russia e Cina”.
“In questo quadro, il Ppe a livello europeo e Forza Italia a livello nazionale diventerebbero punto di riferimento per un’area e un elettorato che si ritrovavano nella Dc quando esistevano la cortina di ferro e il muro di Berlino”.
Cosa pensa Forza Italia?
Forza Italia, appunto, resta forse l’incognita più grande. Le Europee hanno segnato la capacità di resistenza anche senza il padre fondatore Silvio Berlusconi. L’idea di una ‘nuova cosa’ centrista non sembra affascinare i forzisti, che hanno appena festeggiato il soprasso sulla Lega a livello nazionale.
“Forza Italia è l’unica vera casa dei moderati europeisti”, afferma il coordinatore regionale Marcello Caruso.
Caruso: “FI casa di chi si riconosce nel Ppe”
“Il nostro ruolo può essere quello di un contenitore delle varie anime che si riconoscono nel Ppe e nel moderatismo – prosegue -. Non si tratterebbe di un processo di annessione, queste anime verrebbero accolte ciascuno con la propria autenticità”. Anche per Caruso “l’esperienza delle Europee 2024 è stata vincente” perché “si è capito che lo stare insieme paga”.
Al coordinatore regionale di Forza Italia non sfugge neanche l’aumento del peso specifico dell’ala centrista all’interno della coalizione che governa a Roma come a Palermo.
“Un centro forte – evidenzia – rappresenta anche un importante ago della bilancia. Una cosa è certa: nessuna guerra, sono tanti i moderati che cercano un partito serio e legato ai valori rassicuranti del cattolicesimo“.
Il cantiere per la casa comune dei moderati è partito, resta da capire quanti saranno gli addetti ai lavori.