PALERMO – Un’assemblea di circa tre ore con i consiglieri comunali in carica nei comuni siciliani: lo sguardo rivolto alle elezioni politiche di marzo e un occhio ai dati delle recenti Regionali. Il Movimento cinque stelle siciliano riparte da Caltanissetta, dove la sera del 6 novembre si era fermata la locomotiva di Giancarlo Cancelleri. Si riparte proprio da quell’ultima stazione, la sede di via Ferdinando I, lontana più di cento chilometri dalla Presidenza della Regione di Palazzo d’Orleans a Palermo. Davanti a circa un centinaio di ‘portavoce’ eletti nei vari consigli comunali l’eurodeputato Ignazio Corrao, coordinatore nazionale della campagna elettorale per le Politiche, e Cancelleri, regista delle operazioni in Sicilia, hanno tracciato un bilancio delle ultime sfide elettorali e annunciato un cambio di strategia in vista del voto di marzo: in casa M5s sarà una campagna elettorale “senza”, o con pochi, big e costruita soprattutto “dalla base”. Tra i presenti anche Azzurra Cancelleri, deputata uscente alla Camera e candidata alle Parlamentarie.
“Pochi ‘grandi eventi’, nessun effetto speciale e tanto porta a porta”, è la linea dettata dai vertici e riferita da alcuni presenti all’assemblea nissena. Centellinati i comizi di Luigi Di Maio, il ‘capo politico’ del movimento che fino alle Regionali è stato una presenza fissa nell’Isola. In forse anche l’arrivo di Beppe Grillo. Un cambio di tattica dettato anche da un sistema elettorale con liste bloccate che favorisce la spersonalizzazione della campagna elettorale. Da qui l’esigenza di serrare le file, puntare tutto sul simbolo e richiamare la base a un “maggiore impegno”, anche a costo di subire qualche critica come quella che è stata sollevata da alcuni consiglieri comunali nel corso dell’assemblea di domenica: scarsa vicinanza da parte dei deputati regionali e nazionali. La base, e con essa i portavoce M5s nelle assemblee cittadine, chiede maggiore coordinamento e un collegamento più forte con gli eletti all’Ars, alla Camera e al Senato considerati spesso troppo “lontani” dai problemi del territorio.
Spazio anche all’analisi della sconfitta elettorale alle Regionali, con Cancelleri che non ha mancato di evidenziare i dati negativi di alcune province. Sul banco degli imputati soprattutto Messina, dove il divario con Nello Musumeci ha raggiunto i venti punti percentuali. Sconfitta anche nella provincia di Caltanissetta, dove però ha influito il ‘caso Gela’: si tratta della città in cui il sindaco Domenico Messinese, dopo le elezioni amministrative, ha rotto con il movimento. Una frattura ben visibile dai dati elettorali, con Cancelleri inchiodato al 24,4% e Musumeci al 52,2%. Nell’analisi dell’ex candidato governatore finisce anche il dato della provincia di Palermo, dove Musumeci l’ha spuntata con un 39% contro il 31,3% del Movimento cinque stelle. Una sottolineatura che si è portata dietro, però, la precisazione da parte dei portavoce grillini a Palazzo delle Aquile: il dato di Palermo città, infatti, vede Musumeci e Cancelleri quasi appaiati, con uno scarto di circa mille voti a favore del candidato del centrodestra. Le ragioni della sconfitta, dunque, sono da ricercare nei comuni della provincia.
Dati che preoccupano i vertici del movimento seppur in presenza di altri numeri ben più confortanti come quelli di Troina, citati nel corso dell’incontro. Nella cittadina ennese Cancelleri è volato al 41,7%, contro il 26,1% di Musumeci, ma lo scarto in termini di voti reali è stato di circa duemila voti. Corrao e Cancelleri hanno quindi invitato tutti a una maggiore presenza sul territorio: Di Maio è infatti impegnato a conquistare la fiducia del nord Italia ma al sud l’imperativo dei vertici, alle prese anche con il complicato puzzle delle candidature esterne nei rischiosi collegi uninominali, è quello di non perdere le posizioni conquistate.
A Palermo, intanto, proseguono le indiscrezioni sulle candidature: l’ultima riguarda Valerio D’Antoni, avvocato penalista, tra i più stretti collaboratori dell’ex candidato sindaco Ugo Forello, con cui ha condiviso l’esperienza in Addiopizzo. D’Antoni, che nel novembre del 2016 accompagnò l’allora deputata regionale M5s Claudia La Rocca dai magistrati che indagavano sulle cosiddette firme false delle Amministrative 2012 di Palermo, correrà per un posto alla Camera. In gara anche Francesco Liuzza, ingegnere ed esperto in energie rinnovabili. Al Senato, invece, spunta il nome di Monica Modica, animatrice di tante battaglie civili e nuora dell’antropologo Nino Buttitta.