Elisa in lacrime per la Flotilla: "Ora portateli voi gli aiuti" - VIDEO

Elisa in lacrime per la Flotilla: “Ora portateli voi gli aiuti” – VIDEO

L'accorato appello alla presidente del Consiglio

“Ora portateli voi gli aiuti”. Con queste parole, pronunciate in lacrime, Elisa Toffoli ha chiuso il video diffuso sul proprio profilo social dopo lo stop imposto da Israele alla Global Sumud Flotilla.

La cantante triestina ha scelto Instagram per manifestare la propria vicinanza alla missione umanitaria bloccata e, soprattutto, per lanciare un appello diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il filmato, destinato inizialmente ai suoi follower, ha rapidamente varcato i confini dell’account Instagram della cantautrice, rimbalzando su X e su altri canali. Ma al di là della viralità, il contenuto del messaggio promette di alimentare il dibattito politico e mediatico.

Flotilla, l’appello di Elisa a Giorgia Meloni

“Adesso che hanno bloccato la Global Sumud Flotilla, allora portate voi gli aiuti in poche ore”, ha detto l’artista 47enne, taggando la premier Giorgia Meloni, dallo studio di registrazione dove stava lavorando. E ancora, in un crescendo emotivo che culmina con le lacrime: “Portateli voi gli aiuti, perché stanno morendo”.

Non è la prima volta che Elisa Toffoli si schiera pubblicamente per la causa palestinese. Già a fine agosto aveva dedicato un post alla Global Sumud Flotilla, definendo la spedizione un atto di coraggio da sostenere senza esitazioni.

“Dobbiamo supportarli – aveva detto – dobbiamo cercare di dar loro attenzione mediatica e non abbandonarli: è molto importante per proteggere le loro vite che l’attenzione mediatica rimanga alta su questa missione. Stanno cercando di arrivare là dove i governi stanno fallendo, stanno cercando di ridare dignità all’umanità intera con questo gesto, una dignità che ultimamente è andata persa”.

Mercoledì 1 ottobre sono scattate le prime manovre di abbordaggio. Dopo le manifestazioni concluse a notte fonda, anche nella mattinata di giovedì 2 ottobre si registrano numerose occupazioni, sit-in e mobilitazioni davanti a scuole e università a supporto della spedizione umanitaria.


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