Nessun sequestro a Ciancio |Nel mirino la vendita di Rete Sicilia - Live Sicilia

Nessun sequestro a Ciancio |Nel mirino la vendita di Rete Sicilia

Rigettato il ricorso della Procura. Enzo Musco, legale di fiducia di Ciancio, è soddisfatto ma non si sbilancia: “Attendo di leggere il provvedimento”. Il procuratore Capo Salvi: "Abbiamo motivato ampiamente tutti i profili necessari, siamo già al lavoro per valutare se ricorrere per Cassazione".

ELUSIONE FISCALE
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CATANIA- Il patrimonio di Mario Ciancio non sarà sequestrato preventivamente all’interno del procedimento che lo vede indagato per una presunta elusione fiscale da 3,5milioni di euro. Lo ha deciso il Tribunale che ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica.

Enzo Musco, legale dell’editore etneo, non si sbottona: “Parlo solo dopo aver letto il provvedimento, ma penso che sia stata sposata la mia tesi”.

Nel mirono della Procura –come ha svelato Musco a LivesiciliaCatania– c’è la vendita di Rete Sicilia a Telecom e “un passaggio con una società che ha consentito a Ciancio di risparmiare senza commettere alcuna irregolarità”. Un passaggio che sarebbe “fittizio” e che avrebbe consentito non di “evadere” tecnicamente, ma di “eludere” un’imposizione fiscale da 3,5 milioni di euro. Soldi che Ciancio, con il passaggio societario, avrebbe “risparmiato”. “E’ bene sottolineare -ha detto Musco- che l’editore non ha violato alcuna legge”.

Si tratta di una vicenda complessa, per questo le indagini sono state affidate al Pm Antonino Fanara. “Il tribunale -spiega il procuratore Capo Giovanni Salvi- ritiene non sufficientemente provata una condotta elusiva illegittima anche sulla base della decisione di primo grado”.

Ha pesato molto, nel convincimento dei magistrati, la pronuncia della commissione Tributaria guidata da Giovanni Tinebra a favore di Mario Ciancio. Tinebra non si è occupato del caso, ma lo ha affidato alla punta di diamante della giustizia tributaria etnea: Filippo Impallomeni, tecnico di altissimo profilo che era stato scelto da Raffaele Stancanelli come presidente Asec.

“Il tribunale -continua Salvi- non ha condiviso la nostra impostazione che si basa su un orientamento della Cassazione successivo ai fatti contestati. Nella nostra molto motivata richiesta di sequestro abbiamo dimostrato ampiamente tutti i profili necessari, non siamo stati colti alla sprovvista, rispettiamo le decisioni della magistratura e per questo siamo già al lavoro -conclude il procuratore Capo- per studiare le motivazioni e valutare se ricorrere per Cassazione”.

 

 

 


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