PALERMO – “A Palermo è in corso una vera emergenza abitativa, solo che non se ne conosce esattamente l’entità”. Parla senza eufemismi il nuovo assessore alle Politiche sociali Giuseppe Mattina. L’unico dato certo riguarda il numero degli alloggi popolari a Palermo e lo fornisce lo Iacp, l’Istituto autonomo case popolari. Sono 9 mila al momento le case che il Comune potrebbe offrire ai suoi cittadini bisognosi, di queste circa 3 mila però sono occupate abusivamente.
L’occupazione irregolare degli alloggi pubblici è una piaga che complica la situazione già precaria e va ad intaccare il sistema su più fronti: non dà la possibilità a chi ne ha davvero bisogno di ottenere una casa popolare e indebolisce l’economia dello Iacp. “Molti occupanti abusivi, dopo attento controllo da parte degli assistenti sociali, hanno redditi che non giustificano affatto l’affidamento di un alloggio pubblico”, spiega Mattina. Inoltre, chi occupa in maniera irregolare non paga nessun tipo di utenza o canone d’affitto all’Iacp, che è proprio grazie agli introiti derivanti dagli affitti che si sostenta, che può occuparsi delle manutenzioni degli immobili e, grazie anche a fondi regionali e statali, recupera o realizza nuovi alloggi.
A causa degli irregolari oggi l’Istituto è in profonda crisi economica, un crack tale da mettere in serio dubbio il futuro dell’ente autonomo. Dai primi anni ’90 ad oggi lo Iacp, o meglio gli occupanti, hanno accumulato un debito con l’Amap per consumo d’acqua di circa 17 milioni di euro. Il contenzioso, che è ricaduto comunque sulle spalle dell’Istituto autonomo, il mese scorso è arrivato alla stretta finale con il pignoramento dei conti dell’ente da parte dell’Amap. Ma il prelevamento forzoso non ha riguardato solo gli incassi derivanti dagli affitti regolari, sono stati presi anche i fondi pubblici assegnati per lo sviluppo dei piani di edilizia pubblica. Risultato: stop alle manutenzioni degli alloggi e pagamento in ritardo degli stipendi dei dipendenti dell’Istituto. “Per fortuna le ditte che si occupano della costruzione degli alloggi nuovi hanno continuato a lavorare anche se questo mese non hanno ricevuto i loro compensi – spiegano all’area tecnica dello Iacp – ma se continueranno i pignoramenti la situazione precipiterà”. Al momento per quanto riguarda la città di Palermo il piano di edilizia pubblica prevede la realizzazione “dello studentato Unipa che sorgerà all’Albergheria, circa 23 alloggi per 100 posti letto – spiega il tecnico dello Iacp – poi stiamo recuperando dei palazzi nel centro storico, uno alla Kalsa in via Mura di Santa Teresa per un totale di 13 alloggi e uno in via Pannieri per un totale di 4 alloggi”.
Ad assegnare le case popolari è il Comune di Palermo: “Al momento sono duemila le famiglie iscritte nella lista dell’emergenza abitativa – dice l’assessore Mattina – ma è una lista davvero obsoleta creata almeno dieci anni fa. Da allora non è mai stata attentamente censita e revisionata. Questa amministrazione comunale, ed io in prima persona, prendo due impegni che saranno gli obiettivi da raggiungere assolutamente – sottolinea il neo assessore – uno sarà quello di occuparci proprio di revisionare questa lista e tutti gli abusivi che occupano alloggi pubblici. Voglio che queste famiglie vengano incontrate e che ne vengano capite necessità e peculiarità. Sono convinto che i piani generali per l’emergenza abitativa non servano a nulla. Ogni caso è unico – afferma Mattina – ogni famiglia in difficoltà ha bisogno di un piano ad hoc per essere messa nelle condizioni di essere di nuovo indipendente ed economicamente attiva”. E proprio in questa ottica si pone il secondo obiettivo dell’assessore: “Sfruttare al meglio i 20 milioni di euro dei fondi PonMetro per l’emergenza abitativa – dice Mattina – costituiremo l’agenzia per la casa. Un ente che prenderà in carico ogni famiglia o persona in difficoltà e che distribuirà voucher per pagare gli affitti, una borsa lavoro, ovvero il Comune cercherà di trovare un impiego ai membri attivi di queste famiglie e pagherà le tasse al posto dei datori di lavoro. Inoltre fornirà servizi educativi per i minori. Tutto questo per un anno, il tempo necessario per rendere di nuovo autonomi e attivi questi cittadini in difficoltà”.