Continua l’emergenza rifiuti a Palermo, soprattutto in periferia. E si registrano momenti di comprensibile tensione. Stanotte un netturbino è stato aggredito a Brancaccio, ed è dovuta intervenire la polizia. Intanto la Procura indaga. Giuseppe La Rosa, il dirigente appena licenziato dall’Amia, ha inviato un esposto alla magistratura per raccontare la sua versione dei fatti. Non ci sta a passare come unico caprio espiatorio per i guai di bilancio dell’Amat. Ha parlato della modalità di assegnazione degli appalti, aggiudicati anche a ditte che facevano offerte con prezzi più altri. Ha indicato chi – secondo lui – sarebbero i “veri responsabili”. E ha tirato fuori una fotografia: è la barca off-shore che ha partecipato a una gara negli Emirati Arabi con in bella vista il logo dell’Amia, sponsor del natante.
Ma a essere sotto la lente giudiziaria – l’inchiesta è nelle mani del procuratore aggiunto, Leonardo Agueci, e del sostituto Amelia Luise – sono i conti dell’ente e gli appalti assegnati che, dal 2005 al 2007, presenterebbero delle anomalie. La Rosa sostiene che i dirigenti sapevano tutto, per questo ha risposto alle accuse, punto per punto. Un atto d’accusa contro il direttore generale, Orazio Colimberti, e il presidente Enzo Galioto.
Intanto la protesta a Palermo. Ovunque ci sono montagne di rifiuti. Una ventina di cassonetti sono stati dati alle fiamme tra domenica e lunedì, soprattutto in periferia. Tutto è culminato con l’aggressione di un operatore ecologico a Brancaccio.
(© foto di Giovanni Burgio)