Eni, si muove anche la Chiesa |E gli operai scrivono al Papa - Live Sicilia

Eni, si muove anche la Chiesa |E gli operai scrivono al Papa

Iniziativa del vescovo Gisana. Consiglio comunale sulle barricate

Gela, la vertenza
di
4 min di lettura

GELA – Mentre ai presidi dinanzi alla Raffineria di Gela gli operai continuano ad oltranza la protesta, dalle sedi istituzionali le rappresentanze politiche territoriali si continuano a sfornare documenti di solidarietà e di richieste d’aiuto. L’ultimo in ordine di tempo è quello del consiglio comunale che fa seguito alla visita di questa mattina in città di esponenti del Nuovo Centro Destra, Giuseppe Marinello e Giovanni La Via, rispettivamente Presidenti della Commissione Ambiente al Senato e al Parlamento Europeo. Accompagnati dal rappresentante gelese Lucio Greco Marinello e La Via hanno fatto visita a Palazzo di Città per annunciare una serie di incontri che si terranno nei prossimi giorni per discutere del caso Gela. Intanto nei pressi della Raffineria gli operai si danno il cambio turno e c’è pure chi offre loro da mangiare come i fratelli Francesco e Orazio Romito, titolari di una rinomata rosticceria del lungomare che da due sere portano loro pezzi di tavola calda.

Dopo la seduta straordinaria monotematica i consiglieri di Gela hanno indirizzato, tra gli altri, al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, all’Ad Eni Claudio De Scalzi e al Prefetto di Caltanissetta Carmine Valenti una nota sulla situazione attuale. “Che fine hanno fatto gli accordi sottoscritti in tutti i documenti, davanti a tutte le istituzioni locali e nazionali?”, si legge. “Nessun indizio di chiusura era paventato – continuano i consiglieri – anzi, mentre le altre società petrolifere europee stavano chiudendo le loro raffinerie in Europa, 15 in totale dal 2008, per investire in Asia e in Medio Oriente, Eni aveva deciso di affrontare la difficile congiuntura economica del settore senza delocalizzare, investendo nel riassetto dei siti italiani in crisi”.

Nella missiva si fa riferimento al grande piano di rilancio annunciato dalla raffineria che “doveva garantire la valorizzazione delle professionalità presenti su Gela, non disoccupazione e trasfertisti. Dovevano essere utilizzati strumenti di ammortizzazione sociale su base volontaria, finalizzati ad assicurare l’accompagnamento alla pensione del personale che ne aveva i requisiti e si doveva proseguire con l’adeguamento ed il potenziamento dei propri impianti assicurando una riduzione delle emissioni, anche oltre le più recenti prescrizioni Aia”.

Il consiglio comunale, che si dice pronto ad una mobilitazione fino al governo nazionale, ha chiesto il riavvio “immediato degli impianti, della linea 1 e 2 , dicendo no a politecnologici privi di prospettiva e l’attuazione del Piano di investimenti. Se ENI disinveste in Sicilia – concludono – noi non daremo il petrolio. Deve essere chiara la posta in gioco”.

Per mercoledì 16 luglio il vice Presidente del Consiglio Vincenzo Cirignotta ha convocato una nuova seduta straordinaria del civico consesso presso i cancelli del “Green Stream”.

Sulla vicenda ha fatto sentire la sua voce forte e netta anche la Chiesa. Il Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, Mons. Rosario Gisana ha scritto una lettera aperta che i sacerdoti della diocesi leggeranno domani durante la celebrazione eucaristica. L’altro prelato ha inoltre invitato la collettività ad una giornata di digiuno indetta per giovedì 17 Luglio. Nell’appello lanciato Gisana esorta ad avere “il coraggio di ‘volare alto’ non pensando, almeno una volta, ai propri interessi, poiché nella misura in cui il bisogno dell’altro diventi il proprio bisogno si compie il miracolo di una società che mira soltanto al bene comune”. Il Vescovo invita poi al dialogo costruttivo perché scrive “non sono le critiche a risolvere le questioni che pesano sul vissuto dei lavoratori”. Poi si rivolge all’Eni: “Sacrificare l’occupazione dei lavoratori e i bisogni primari delle loro famiglie significherebbe una sconfitta della capacità d’investimento dell’Eni. Voltare la faccia ed alzare i tacchi costituiscono un atteggiamento deleterio che potrebbe non soltanto creare nuovi sistemi di male, ma anche frustrare definitivamente l’affidalibilità alle istituzioni vigenti”. “Non è istituzionalmente equo far morire la voglia di sognare – in chiusura della lettera – poiché questi sogni riguardano il desiderio di un’esistenza decente, la possibilità di continuare a pensare, la concretezza di prospettive, la gioia della convivialità, l’ambizione di assicurare spazi d’incontro”.

Gli operai sono disperati. E scrivono anche al Papa. “Sappiamo come lei sia sensibile ai drammi delle cosiddette ‘periferie esistenziali’. Noi riteniamo di essere proprio quelle periferie. Siamo delusi e preoccupati per il futuro nostro e dei nostri figli – scrivono. Le chiediamo semplicemente di dar voce a chi non ha voce, magari davanti al governo italiano, e chiedere la Sua paterna benedizione e preghiera. Interceda perché possa incidere nei cuori e nelle menti di chi ha preso questa decisione, per noi drammatica”.

Intanto, il gruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars commenta: “L’Eni vuole lasciare Gela e disimpegnarsi in generale nell’isola? Benissimo, l’accompagneremo alla porta, ci guadagneranno immensamente l’ambiente e la salute dei siciliani. Prima però bonifichi il territorio e risarcisca la Sicilia, compresi i lavoratori, che ora vedono mancarsi improvvisamente la terra sotto ai piedi”.

 

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI