Enna, cronisti d'eccezione|raccontano la lotta alla mafia - Live Sicilia

Enna, cronisti d’eccezione|raccontano la lotta alla mafia

Antimafia
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Due funzionari di Polizia di Stato, un giornalista, un avvocato, un parente di una vittima di mafia. Insieme, per affrontare il caldo tema delle verità sui fatti oscuri in Sicilia, dagli anni ’70 all’Agenda rossa e sui presunti rapporti tra mafia e Stato. “E’ ora di fare i conti con la storia, con verità distorte non si può costruire futuro” è il tema dell’incontro-dibattito promosso martedì 1 dicembre, alle 18,00, a Sala Cerere (Palazzo Chiaramonte) dalla neonata associazione antimafia e antiracket ennese. Si chiama “Fuori dal coro”, il movimento aconfessionale e apartitico, che unisce giovani universitari e professionisti non solo di Enna ma anche dei comuni della Provincia e dell’Isola, che ha chiamato a far luce sui trent’anni di omicidi e operazioni di Polizia Salvatore Borsellino, ingegnere, fratello del magistrato Paolo, ucciso nella strage di via D’ Amelio, i funzionari di Polizia Gioacchino Genchi e Marcello Immordino, l’avvocato Armando Sorrentino e il giornalista Giuseppe Lo Bianco. “E’ il nostro evento d’esordio  – spiega il presidente di “Fuori dal coro”, Sandro Immordino – L’obiettivo dei nostri soci è quello di informarsi e di informare per scuotere una coscienza civile collettiva e diffondere la cultura della legalità”.

Salvatore Borsellino è convinto, infatti, che la morte del fratello sia avvenuta per giochi di potere e non per volere esclusivo dei mafiosi e che, quindi, vi furono trattative negli anni ‘90 tra stato e mafia, oltre che legami oscuri nelle stragi. Gli fa eco Gioacchino Genchi, funzionario di Polizia e sindacalista, recentemente apparso nelle testate giornalistiche nazionali e televisive per i fatti che lo vedono coinvolto nelle note indagini sui rapporti tra mafia e politica condotte insieme al magistrato De Magistris, e che ha svolto l’incarico di consulente tecnico dell’Autorità Giudiziaria in importanti indagini e processi penali, tra i quali quello del giudice Borsellino. A raccontare gli “anni difficili” della Sicilia ci sarà anche Marcello Immordino, funzionario di Polizia, che guidò a Palermo le operazioni che portarono alla scoperta del covo di Leoluca Bagarella, in via Pecori Girardi, detto il pozzo di San Patrizio. In quella operazione furono sequestrati droga e un notevole quantitativo di armi e fu arrestato Antonino Marchese (membro di una famiglia di spicco palermitana mafiosa, imparentata con i Corleonesi) e Antonino Gioè (uno degli autori materiali della strage di Capaci). Sarà presente anche Armando Sorrentino, avvocato di parte civile nei processi Pio La Torre, Strage di Capaci e Borsellino che attualmente ricopre l’incarico di presidente della sezione palermitana Democratici degli Avvocati. Modererà l’incontro, Giuseppe Lo Bianco, giornalista e scrittore, capo servizio aggiunto dell’Ansa di Palermo, corrispondente dell’Espresso, collaboratore de “Il Fatto” e autore, con Francesco Viviano, di La strage degli eroi (Arbor, 1996), con Sandra Rizza, di Rita Borsellino. La sfida siciliana (Editori Riuniti, 2006), di Il gioco grande, Ipotesi su Provenzano (Editori Riuniti, 2006), di L’agenda rossa di Paolo Borsellino (Chiarelettere, 2007) e Profondo nero (Chiarelettere, 2008).

L’incontro è stato patrocinato dal Comune di Enna. L’ingresso è libero. Martedì, sarà anche possibile tesserarsi, avere informazioni sulle attività dell’associazione in programma  e aderire sottoscrivendo il modulo di adesione.

“L’ associazione punta alla rottura del clientelismo, ormai intrinseco nel nostro sistema – conclude il presidente, Sandro Immordino –  perché è convinta che una società basata sulla pratica della clientela non ha  lunga vita. Per questo, “Fuori dal coro” ha il bisogno di guardare a tale problematica a 360° e ha il dovere di dare il proprio contributo dalla cultura dello sport, musica, sviluppo del turismo al rispetto della meritocrazia, al controllo della veridicità dei fatti storici e alla lotta,  nel pieno rispetto delle leggi democratiche, alla criminalità organizzata”.


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