PALERMO – E’ il sesto colpo in un anno. L’ennesimo sotto la minaccia di una pistola. Una nuova rapina ai danni dello storico bar Massaro di via Ernesto Basile, a pochi metri dall’università, è stata messa a segno ieri sera, intorno alle 20. In quel momento il locale era pieno di gente, c’era chi stava mangiando qualcosa, chi stava acquistando i dolci per il dopocena domenicale.
In mezzo alla folla si sono fatti strada i due malviventi, con il volto coperto da sciarpe e l’arma in mano. L’hanno impugnata e si sono avvicinati alla cassa. Quello che si sono fatti consegnare era l’incasso della giornata.
“Circa un migliaio di euro – dice il titolare, Francesco Massaro -. Non ne possiamo più, è scoraggiante”. L’ultimo colpo nel bar aperto cinquantasette anni fa, risale infatti solo a settembre. Una lunga scia di rapine che sembra non arrestarsi. “Stamattina – prosegue Massaro – alzandomi dal letto ho cercato per l’ennesima volta, e ogni volta lo cerco con un’angoscia sempre maggiore, sempre crescente, un buon motivo per vestirmi, uscire di casa e affrontare la quotidiana guerra che il mio lavoro mi impone. Ho cercato un buon motivo che mi instilli grinta e coraggio, che mi imponga di non gettare la spugna, un buon motivo per pagare mese dopo mese trenta stipendi e preparare il Natale, il periodo più importante per un’azienda come la mia, con la concentrazione necessaria. Ma è difficile non gettare la spugna e continuare così”.
Decine di commercianti palermitani, negli ultimi mesi si sono infatti ritrovati ad affrontare i danni economici provocati da furti e rapine, oltre quelli della crisi. “E’ una situazione complicata – sottolinea il titolare – nella quale devo comunque pagare trenta stipendi. Ogni mese ce la faccio con molti sacrifici. Mi conforterebbe il pensiero che i responsabili finissero in carcere a lungo, invece è anche la loro sicurezza di “impunità” a non fermarli.
Ieri sera, quando sono arrivato al bar dopo la rapina, ho trovato i miei impiegati spaventati, è impossibile rimanere calmi di fronte a una pistola. Poi – prosegue Massaro – magari si scoprirà che era giocattolo e con ciò, verranno fuori altre attenuanti che eviteranno a queste persone la galera o permetteranno una pena brevissima. Proprio per questo, un giorno, noi commercianti ci ritroveremo definitivamente senza alcuna voglia di continuare a lavorare”.