PALERMO – “Non c’è alcun elemento per parlare di escalation di violenza, né di preoccupazione”, spiega il procuratore Francesco Lo Voi, intervenendo sui fatti di sangue verificatisi a Palermo negli ultimi giorni. “Si tratta di episodi non collegati fra di loro – aggiunge -, accaduti in un lasso di tempo breve per una pura casualità. Non ci risulta per nessuno dei due episodi un collegamento con ambiti mafiosi”.
Gli episodi restano gravi, è vero, ma il procuratore sgombra il campo, in linea con il pensiero del questore Renato Cortese, dalla paura di ritrovarsi a vivere in una città fuori controllo, dove bande criminali si affrontano a pistolettate.
“Quello che ci preoccupa, invece, è sicuramente la presenza costante di Cosa Nostra nel territorio – prosegue il capo dei pm palermitani -, il suo interesse costante peer la droga, l’aumento del consumo di stupefacenti in tutti i settori della società”.
Negli ultimi giorni a Palermo un pregiudicato ha ucciso due persone, Antonino e Giacomo Lupo, padre e figlio, nel quartiere Zen, l’assassino si è poi costituito alla polizia e ha raccontato di avere agito per dissapori tra la sua famiglia e quella delle vittime. L’altro ieri, nel quartiere Pagliarelli, un pregiudicato, Francesco Manzella, è stato ammazzato con un colpo si pistola , mentre era in auto. Gli inquirenti ritengono quest’ultimo omicidio legato a contrasti per la gestione delle piazze di spaccio della zona. Nei mesi scorsi sono finiti in carcere numerosi boss e picciotti della nuova mafia. La loro assenza ha rotto gli equilibri o dato il via libera a regolamenti di conti? “Non è certo l’allentamento della pressione mafiosa – conclude Lo Voi – ad avere provocato gli episodi”.