Sarebbe il mandante di tre episodi di estorsione ai danni di tre commercianti della città. Si tratta di Michele Pillitteri, titolare di una macelleria del quartiere Resuttana e residente in via Monsignor Francesco Riela, all’Arenella: per lui è scattato il fermo della polizia. Il provvedimento arriva dopo l’arresto dell’11 maggio scorso di due esattori del pizzo, Aurelio Valguarnera, 54 anni, nato ad Agrigento ma residente da anni a Palermo, e Ignazio Romano, 47 anni. Entrambi erano già noti alle forze dell’ordine. In particolare, nella fedina penale di Valguarnera c’erano già i reati di spaccio di stupefacenti ed estorsione: le loro “richieste in diretta” avevano permesso alla polizia di arrestarli proprio mentre stavano chiedendo i soldi ai titolari di due esercizi commerciali di piazza don Bosco.
I due sarebbero quindi stati incaricati proprio da Pillitteri a “raccogliere” il denaro per sostenere le famiglie dei carcerati, più un “fisso”, una sorta di “rata una tantum” che i commercianti si rifiutarono di pagare, denunciando il racket delle estorsioni sia tramite l’associazione Addiopizzo che alle forze dell’ordine. Per Valguarnera e Romano sono così scattate le manette degli agenti del commissariato Libertà, mentre il fermo effettuato oggi nei confronti di Pillitteri è il risultato di intercettazioni ambientali, telefoniche e di servizi di monitoraggio sul territorio volti a ricostruire la rete di estorsioni messa in piedi da Pilitteri e ai suoi collegamenti con la famiglia mafiosa di Resuttana.
Il titolare della macelleria di uno dei quartieri risaputamente facente capo ai boss Lo Piccolo, è infatti stato già arrestato nel dicembre 2009 con l’accusa di associazione mafiosa, ma poi assolto nel 2011. Romano, l’estorsore finito dietro le sbarre a maggio è inoltre imparentato a Pillitteri tramite la figlia, fidanzata del fratello, Calogero Pillitteri, attualmente in carcere per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.