CATANIA – Ergastolo e isolamento diurno per due anni. In poche parole la conferma della sentenza della Corte d’Assise di Siracusa nei confronti di Giuseppe Raeli, ribattezzato dai media “il mostro di Cassibile”. E’ stata questa la richiesta dei pg Antonino Nicastro e Angelo Busacca al termine di una lunga requisitoria iniziata nell’udienza del 15 settembre scorso davanti la Corte d’Appello d’Assise di Catania. Nicastro ha ricostruito gli esiti della super perizia fortemente voluta dalla Corte presieduta dal giudice Luigi Russo. Busacca, invece, ha discusso sulle consulenze tecniche che erano state approntate in primo grado e soprattutto prima della distruzione e scomparsa di alcuni reperti balistici.
Giuseppe Raeli – difeso dagli avvocati Guido Ziccone e Giambattista Rizza – è imputato per gli omicidi di Antonio Bruni avvenuto il 21 novembre 1998, di Rosario Timponello Rizza (28 gennaio 1999), di Giuseppe Calvo (9 ottobre 2012), del duplice omicidio dei coniugi Sebastiano Tiné e Giuseppa Spadaro (31 luglio 2003), di Giuseppe Spada (18 agosto 2004), oltre che del tentato omicidio di Aurora Franzone (12 febbraio 2004) e di Giuseppe Leone (15 marzo 2009). Il Tribunale di Siracusa nel 2014 lo ha condannato all’ergastolo. Il processo è stato rinviato al 6 ottobre per le discussioni delle parti civili.
In sintesi la super perizia ha stabilito che le cartucce rinvenute nelle disponibilità del Raeli, in particolare quella trovata nascosta nel suo garage, erano state utilizzate dallo stesso fucile calibro 12 usato per l’omicidio di Calvo, Tinè, Spadaro e per il tentato omicidio Leone. Il consulente della Procura Generale, il maggiore dei Carabinieri dei Ris di Parma Paniz ha dimostrato che lo stesso fucile ha sparato per il tentato omicidio Bruni, tentato omicidio Franzone, omicidio Rizza Timponello e omicidio Spada.
