Esposito: "In questi anni troppi autonomisti parolai" - Live Sicilia

Esposito: “In questi anni troppi autonomisti parolai”

La candidata alla Presidenza, sostenuta da Siciliani Liberi, lancia il guanto di sfida.

PALERMO – Eliana Esposito nella corsa a sei per Palazzo d’Orleans veste i panni dell’outsider. La candidata alla Presidenza della Regione, sostenuta dalla lista Siciliani Liberi, vuole portare avanti le istanze del pensiero autonomista. In primis la piena applicazione dello Statuto,

Esposito, come nasce la sua candidatura?

Siciliani Liberi è la seconda volta che si presenta alle elezioni regionali con proprio candidato alla Presidenza. Questa volta l’Assemblea Nazionale del partito ha chiesto a me di candidarmi e io, dopo aver riflettuto un po’, ho accettato questa grande sfida perché sono una visionaria e credo fermamente in questo progetto di libertà.

Ci parla del progetto “Siciliani Liberi”. Si tratta ancora dell’ennesimo progetto autonomista?

Ennesimo? Quali progetti, fino ad ora, hanno reso lo Statuto attuato pienamente? In questi ultimi anni abbiamo visto tanto autonomismo parolaio ma fatti concreti quasi niente; lo Statuto rimane “sulla carta”. Ma il nostro progetto di lungo termine è indipendentista. Il. nostro sogno è lo “Stato di Sicilia”, perché riteniamo che tutti i problemi strutturali della Sicilia derivano dal fatto che è una Nazione senza Stato proprio, pur avendone tutte le potenzialità. Naturalmente un passaggio così importante, come ridare l’indipendenza alla Sicilia, va lungamente preparato con una buona autonomia confederale che funzioni e che, anche in alcuni decenni, ridia ai Siciliani ricchezza, libertà e dignità, quelle che l’Italia le ha tolto.

Parliamo del suo programma. I punti salienti quali sono?

Il nostro programma è, in una parola, arrestare il lento genocidio dei Siciliani, che si vedono desertificare sempre di più il loro tessuto economico, e i cui giovani stanno fuggendo con un vero e proprio esodo di massa. Il nostro programma è la difesa del lavoro, della famiglia e soprattutto dell’impresa siciliana, strangolata dal colonialismo italiano ed europeo. Però, per far questo, sono necessari strumenti straordinari che agiscono sia sul lato delle infrastrutture, sia su quello della fiscalità di vantaggio. A sua volta questo si può ottenere solo con la costituzione dell’intero territorio della Sicilia in Zona Economica Speciale Integrale, ciò che è assolutamente fattibile, con l’attuazione integrale e letterale del dettato statutario e di quello dell’art. 174 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

Termovalorizzatori, favorevole o contraria?

“I termovalorizzatori oggi sono impianti obsoleti che non risolvono il problema dei rifiuti, lo trasformano in un problema per la salute e per l’ambiente producendo ceneri altamente inquinanti, che bisogna poi smaltire in discariche speciali, e nanoparticelle che poi respiriamo. Bisogna puntare a potenziare e incentivare la differenziazione, il riciclo, il riutilizzo, l’uso di materiali compostabili e prestare attenzione alle nuove tecnologie. Esistono oggi impianti di ossicombustione, impianti senza ciminiere perché sono a circuito chiuso, in cui la combustione avviene in presenza di ossigeno e i cui materiali di scarto sono: acqua (che viene riutilizzata nel processo), anidride carbonica pura (utilizzabile e vendibile) e vetro (materiale inerte ottimo per l’edilizia). Vale la pena tenere d’occhio le novità che offre la tecnologia che corre molto più veloce di questi politici che forse sono sollecitati all’acquisto degli obsoleti inceneritori dalle case produttive che non sanno più che farsene.

Ponte sullo Stretto sì o no?

Esiste una Sicilia che è contraria al ponte, e che oggi non ha alcuna rappresentanza politica. Gli altri candidati su questo punto sono tutti d’accordo. Noi riteniamo il ponte un grave errore strategico per molti motivi, il più importante dei quali è che con il Ponte non potremo più rivendicare uno status speciale, dal punto di vista economico, finanziario, doganale e

 amministrativo, perché perderemmo l’insularità. Il vantaggio in termini di tempi e costi è modesto, a conti fatti. Ci sono molte altre controindicazioni, finanziarie, geologiche, ambientali, logistiche e, non ultimo, identitarie. La Sicilia è un’isola nella sua identità più profonda, e prima di cambiare identità ci penserei 100 volte. Oltretutto tutte le altre regioni insulari hanno fatto del loro teorico “isolamento” un fattore di successo. Malta non ha alcun ponte e in confronto a noi è ricchissima. Bisogna dire la verità: il “ponte” è una promessa messianica che i politici dei partiti coloniali (tutti) riciclano sistematicamente quando sono a corto di idee.

Alle elezioni politiche chi sosterrete?

Non sosteniamo nessun partito in particolare, ma invitiamo i nostri iscritti, simpatizzanti ed elettori ad andare a votare, individuando, tra le formazioni politiche anti-sistema e non centraliste, quelle più vicine alla loro visione politica personale.


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