Etna, degrado sul sentiero 786 |Vita difficile per il sito storico - Live Sicilia

Etna, degrado sul sentiero 786 |Vita difficile per il sito storico

Inaugurato a settembre, il sentiero conduce al rifugio di Monte Manfrè. Tuttavia, malgrado l’impegno del CAI e di altre associazioni, la zona è ancora invasa da rifiuti speciali, eternit e inerti edili. Sambataro: “Lavori di bonifica e una corretta educazione dei più giovani ci lasciano sperare per il meglio”.

La segnaletica lungo il sentiero

BELPASSO – Grandi aspettative si ripongono nel sentiero CAI 786, inaugurato ai primi di Settembre. Il percorso di 15 km, che conduce dalla contrada Gattaino (quasi al centro dell’abitato) fino al rifugio Monte Manfrè, potrebbe rappresentare un riferimento notevole per il turismo locale ed estero, sviluppandosi lungo un percorso d’interesse sia storico che naturalistico. Aspettative che, però, si scontrano spesso con la mancanza di rispetto verso i beni pubblici. “Abbiamo voluto applicare alla nostra zona quel che nel nord Italia esiste già da anni”, racconta a LiveSicilia Pietro Sambataro, presidente della sezione belpassese del Club Alpino Italiano.

Nel 2014, dopo anni di richieste, il Comune di Belpasso ottiene un finanziamento europeo di 380 mila euro, destinati alla riqualificazione del rifugio Monte Manfrè: iniziano così i lavori. “Per l’apertura del sentiero il Comune ha poi stanziato 3500 euro; questo progetto si è sviluppato molto rapidamente”. Ai lavori hanno collaborato tutti i volontari del CAI locale, realizzando in prima persona diversi degli allestimenti necessari. Altri, come gli indispensabili cartelli indicatori, hanno richiesto soluzioni specifiche: “I segnali sono costruiti in forex, materiale ignifugo e pressoché indistruttibile”, prosegue Sambataro mostrandoci alcune prove di stampa. “Per questi esiste un apposito protocollo, ufficializzato circa vent’anni fa; prevede precise forme, colori e dimensioni dei cartelli e riporta le distanze espresse non in chilometri ma secondo un’unità di tempo rapportata al dislivello. Per un escursionista è più importante il tempo di marcia rispetto alla sola distanza. Bisogna dire che finora nessuno ha vandalizzato i cartelli, come è invece accaduto sui Nebrodi”.

Presso il santuario di Mompileri e la Cisterna della Regina si trovano anche tabelle riportanti indicazioni storiche; ma, in tal senso, l’intero percorso ha un suo valore: gran parte si sviluppa infatti lungo le “regie trazzere” di origine medievale. Tuttavia, un dato che salta agli occhi durante il percorso, è la presenza di inerti edili abbandonati, copertoni, vasche e pannelli di eternit. Nel primo tratto e poco prima di Nicolosi si sono trovate tracce di roghi: in un caso si trattava di potature raccolte dentro sacchi di plastica, nell’altro di una vera e propria discarica abusiva. “Il tratto sopra Cisterna Regina è stato ripulito già per 3 volte”, riferisce Sambataro: “Sembra trattarsi di detriti vecchi: quindi tutti ci auguriamo che, una volta rimossi, la questione vada a risolversi”.

Possibile, ma l’accessibilità al sito anche da parte di autocarri rientra invece nel problema. Per farvi fronte, in altri punti sono state apposte sbarre. Tuttavia anche qui inizia a diffondersi la pratica di ripulire in gruppo le aree boschive. Dei risultati ci parla ancora Sambataro. “Certo, mentre mappavamo il sentiero ne abbiamo notato le condizioni. Poi, durante l’iniziativa “Meglio Parco che sporco” abbiamo operato nel tratto tra l’ingresso e contrada Segreta, rimuovendo tra l’altro ben 150 copertoni, con l’aiuto dei marines di Sigonella e degli scout. Il Comune di Belpasso ha fornito sacchi, guanti e, dove necessario, mezzi in appoggio“.

Nei prossimi mesi la pulizia in gruppo verrà ripetuta. Il presidente del CAI di Belpasso ha comunque una certa fiducia nella formazione delle nuove generazioni, e non per luogo comune: “Abbiamo organizzato alcune uscite lungo il sentiero 786 con classi di scuola elementare: li abbiamo accompagnati alla grotta Piscitello e alla Cisterna della Regina. Le maestre spiegavano loro come ci si comporta nei boschi, mostrando la spazzatura come esempio di inciviltà”. Mentre procede la sistemazione di alcuni tratti del sentiero 786, si sta sviluppando l’idea di proseguirlo fino a Piano Vetore e al Demanio Forestale, connettendo così l’abitato di Belpasso con la pista altomontana etnea. Ciò potrebbe rappresentare una svolta anche in ambito sportivo, vista la possibilità di allenarsi in un ambiente più salutare, ma anche di vivere il semplice escursionismo con un minor impatto ambientale.


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