Palermo -Appuntamento da non mancare al Teatro Jolly: domenica 29 dicembre salirà sul palco la musica di Eugenio Finardi, in occasione del tour “Parole e Musica”. Una serata speciale all’insegna delle emozioni che nascono da racconti intimisti e dal senso vivido della ricerca, come il cantautore milanese ha ormai abituato il suo pubblico in quarant’anni di carriera: riduttivo quindi definire “Parole e Musica” un semplice concerto, perchè i protagonisti saranno tanto le parole quanto le note, in un abbraccio fra riflessioni personali, improvvisazioni blues e l’esecuzione dei suoi grandi classici. Una serata in linea con l’anima di tutto il repertorio dell’artista, sempre contraddistinto dalla necessità urgente di comunicare l’essenza profonda delle cose e trasformarlo in personalissima melodia.
Eugenio Finardi esordisce come musicista rock negli anni Settanta, all’interno di vari complessi e gruppi come i Tiger: è del 1973 il primo contratto strappato alla Numero Uno (storica etichetta discografica di proprietà di Mogol e Lucio Battisti) e brani come “Spacey stacey” testimoniano la sua contiguità a sonorità vicine all’hard rock. La svolta decisiva, però, è datata 1976 grazie al secondo album dell’artista, “Sugo”, che contiene i futuri classici “La radio” e “Musica ribelle”. Sono anni di piena creatività per il musicista, che conosce un successo ancora maggiore grazie al successivo album “Diesel”: sul finire del decennio il cantautore esplora altri territori, dal reggae al calypso fino alla ballad acustica. Il grande pubblico lo accoglie al Festival di Sanremo del 1985: con “Vorrei svegliarti” Finardi si avvicina a toni più densi e di matrice jazz. Gli anni Novanta si aprono con l’albulm “La forza dell’amore”, all’interno del quale l’autore recupera in ottica moderna alcuni brani del vecchio repertorio. E’ un decennio impegnato, stagioni fatte di confronti e di sfide con tematiche dal profondo contenuto morale: “Uno di noi” affronta il rapporto con Dio e con una tormentata ricerca spirituale.
Parallelamente comincia a farsi sempre più difficile il rapporto dell’artista con l’industria discografica. Naturale quindi che gli anni Duemila siano sempre più protesi verso la musica alternativa e sentieri musicali distanti dal pubblico di massa: nasce così “Il silenzio e lo spirito”, album del 2003 in cui l’ateo Finardi continua il suo personale dialogo a più voci con il tema del Divino e dell’Assoluto.
Tagliato il traguardo dei cinquant’anni di età, Finardi conosce una seconda giovinezza con “Anima Blues”, album di inediti in inglese incensato dai critici e che dà vita ad una fortunata tournèe con più di cento concerti.
Nel 2011 prende il via “Eugenio Finardi Electric Tour”, con il quale il cantautore riassapora il rock delle origini, mentre il 2012 è l’anno del ritorno a Sanremo e del brano “Nuovo Umanesimo”. La voglia di parlare di musica e vita non è finita.