Se ci sono fibrillazioni a Roma non può che essere lo stesso sui territori. La difficile, se non tormentata, convivenza tra Movimento 5 Stelle e Lega sotto elezioni si fa sempre più scomoda. Soprattutto per i grillini, che dopo la nascita del governo gialloverde hanno visto progressivamente erodersi i propri consensi nei sondaggi, tutto a vantaggio di Salvini. E così, con le Europee alle porte, tra i pentastellati si avverte sempre più l’esigenza di distinguersi dall’alleato che ne sta fagocitando il consenso. E se questo avviene a livello apicale, basti pensare alle recenti prese pubbliche di Luigi Di Maio in tema di migranti e famiglia, la tendenza si replica anche ad altri livelli. E c’è da immaginare che da qui al voto, i distinguo si faranno sempre più marcati.
Prendete Giorgio Trizzino, ad esempio. Il medico palermitano eletto con i 5 Stelle si è fatto sentire per prendere le distanze dall’emendamento di maggioranza, targato Lega, al disegno di legge sui vaccini che cancella l’obbligo di certificazione per l’ingresso nelle scuole. “Non sarò mai complice per una morte che potrebbe essere evitata grazie all’utilizzo dei vaccini! – scrive Trizzino – Mentre ancora oggi un neonato è morto di pertosse, un ennesimo tentativo di stravolgimento del Disegno di Legge sui vaccini all’esame in Senato, provoca disorientamento e indignazione”.
Ignazio Corrao, eurodeputato grillino uscente in cerca di riconferma, poche settimane fa la spiegava così a Livesicilia: “Noi siamo diversi dalla Lega. Se non esistesse il Movimento cinque stelle non voterei mai per Salvini. Credo sia impensabile, poi, votare Lega soprattutto al Centro-Sud”. Sarà, ma al Sud la Lega i voti li prende. Lo si è visto nelle settimane scorse in Basilicata. E presto lo si potrà verificare anche in Sicilia, per le Europee. Per le quali non ha presentato la candidatura Federico Piccitto, ex sindaco grillino di Ragusa, che ha lamentato pubblicamente lo smarrimento del Movimento, facendo un esplicito riferimento alla vicenda della nave Diciotti: “Non si possono seguire costantemente Salvini e la Lega su tematiche che non sono quelle del movimento, e’ un giocare al ribasso. Se non si cambia rotta c’è il rischio di una slavina”. E così, solo a titolo d’esempio, ancora ieri Corrao ha incalzato il ministro leghista dell’Agricoltura Centinaio chiedendogli di tutelare l’uva da tavola siciliana “così come fatto in altre regioni”.
I mal di pancia non mancano. Ugo Forello a Palermo non ha fatto nulla per nasconderlo, interpretando da un pezzo un ruolo da quasi dissidente nel Movimento palermitano. Ora, però, i distinguo e i puntini sulle i per rimarcare le distanze dall’alleato leghista sembrano sempre più diffusi e frequenti. Anche per arginare la rincorsa di un Pd ringalluzzito, che minaccia nei sondaggi di insidiare la seconda piazza ai pentastellati per le Europee. E per lo stesso ordine di ragioni, c’è da immaginare che anche i rapporti sull’asse Palermo-Roma da qui al voto potranno farsi più complicati, come ha mostrato la schermaglia tra Danilo Toninelli e Nello Musumeci dei giorni scorsi.
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