ROMA – Ci sarebbe anche il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, tra i 64 indagati nell’inchiesta della procura di Napoli che ha scoperto un giro di false fatturazioni ed evasione fiscale nel mondo del pallone. La vicenda in chiave rosanero oggetto dell’indagine ruoterebbe attorno alla cessione di Antonio Nocerino al Milano. Si trattò di un affare chiuso nelle ultime ore di calcio mercato. Era il 2011 e il centrocampista in scadenza di contratto passava alla società rossonera per appena 500 mila euro. Tra le decine di indagati nell’indagine, che ha portato al sequestro di beni per circa 12 milioni, ci sarebbero anche l’ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l’ex presidente e Ad della Juventus Jean Claude Blanc. L’ipotesi di reato è evasione fiscale e false fatturazioni. L’inchiesta è condotta dai pm Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.
Sono diversi anche i presidenti ed ex presidenti finiti nel registro degli indagati: il numero uno del Genoa Enrico Preziosi e l’ex presidente della Sampdoria Edoardo Garrone, l’ex presidente del Cesena Igor Campedelli e l’ex del Brescia Luigi Corioni, l’ex numero uno della Reggina Pasquale Foti e l’ex del Parma Tommaso Ghirardi. Indagato anche Aldo Spinelli che proprio ieri si è dimesso da presidente del Livorno, di cui è stato il patron per 17 anni. Lungo anche l’elenco dei dirigenti sportivi coinvolti: da Pietro Lo Monaco a Pietro Leonardi, da Giorgio Perinetti ad Alessio Secco, da Pantaleo Corvino a Rino Foschi. Nell’elenco c’è anche il nome di Gianluca Nani: ex dirigente del Brescia, è stato per un periodo consulente di mercato del West Ham e oggi è direttore sportivo dell’ Al Jazeera.
Gli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Gdf sono andati a perquisire una trentina tra calciatori e agenti ed hanno notificato l’avviso di conclusione indagini a 64 indagati. L’indagine, secondo quanto si apprende, ha riguardato complessivamente un centinaio di soggetti e 35 società di calcio sia di Serie A che di Serie B. L’inchiesta era partita nel 2012 ipotizzando delle presunte violazioni fiscali commesse sia dalle società sia dai procuratori e dai calciatori nell’ambito di operazioni di acquisto e cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori stessi.
Tra i calciatori, indagati anche ‘il pocho’ Lavezzi e l’ex Giocatore Crespo. Coinvolti, infine, diversi procuratori, tra cui Alessandro Moggi. Il blitz, denominato ‘Fuorigioco’, secondo l’aggiunto Piscitelli avrebbe fatto emergere l’esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte. Uno stratagemma che sarebbe stato attuato da 35 società calcistiche di serie A e B nonchè da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori. In particolare, il meccanismo “fraudolento” architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori.
I procuratori dei calciatori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le loro prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. E’ questo, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, uno dei meccanismi fraudolenti. Inoltre, le società, da parte loro – sempre per la Procura – approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell’imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo prestazione ricevuta in esclusiva. In questo modo – si sottolinea – veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione. In altri termini, l’importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito loro ascrivibile all’atleta. Alcuni agenti stranieri, di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l’interposizione di società ‘schermo’ con sede anche in ‘paradisi fiscali’ distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del Paese di produzione del reddito (Italia) e di quello di residenza fiscale (Argentina), delocalizzavano i proventi derivanti dalle attività professionali. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi (oltre 12 milioni di euro), la misura patrimoniale del sequestro applicata – dice Piscitelli – ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati.
“Sono tranquillo, confido nel positivo andamento di questa vicenda assolutamente priva di fondamento”. Così il presidente Maurizio Zamparini ha commentato l’inchiesta in cui è coinvolto per un giro di false fatturazioni ed evasione fiscale nel mondo del pallone. La vicenda in chiave rosanero oggetto dell’indagine ruoterebbe attorno alla cessione di Antonio Nocerino al Milan e dell’arrivo di Fabio Liverani.