PALERMO – Alla fine del 2020, pandemia permettendo, l’ex Motel Agip dovrebbe riaprire i battenti e tornare sulla piazza dopo oltre un anno. La notizia era già nell’aria e le certezze sono sempre di più: dopo i buoni auspici del recente incontro fra gli ex lavoratori dell’albergo, Stefano Battaglia, del sindacato Sifus Confali, e il sindaco, Leoluca Orlando, ora anche l’attuale proprietà della struttura ricettiva aggiunge dettagli sull’eventuale acquisizione.
“La Sifus Confali ha avuto modo di parlare con l’avvocato Andrea Guaccero, liquidatore del Fondo H1 della Banca d’Italia – spiega Battaglia –. Abbiamo appreso che il sito di Palermo, uno dei 13 posseduti dal fondo in tutta Italia, ha già ricevuto visite da chi è intenzionato ad acquisirlo. Si tratta di una cordata di imprenditori che hanno deciso di fare fronte comune e comprare tutti i siti in blocco, dal momento che acquisirli singolarmente non era possibile”. Il sindacalista aggiunge che “stando al Fondo H1, se la pandemia non riserva sorprese, alla fine dell’anno si chiuderà l’affare. Poi gli imprenditori si spartiranno le singole strutture”.
La riservatezza regna ancora sovrana parlando di cifre e identità degli acquirenti, ma la prossima destinazione d’uso dell’ex Motel Agip sarebbe già chiara: “Continuerebbe a essere un albergo, perché si tratta di imprenditori del settore che vogliono dare continuità al ramo d’azienda – spiega Battaglia della Sifus Confali sulla scorta delle informazioni ricevute dal fondo –. Al momento c’è ancora molto riserbo quindi torneremo sulla questione della vendita nei primi di dicembre, ma l’avvocato Guaccero si è mostrato disponibile al dialogo e ha fatto presente di seguire con attenzione le vicissitudini degli ex lavoratori”.
Nell’incontro con Orlando, uno dei temi centrali era stato proprio il reintegro dei lavoratori a vendita avvenuta. L’ex staff del Cit Hotel Dea è ancora scottato dall’esperienza recente: nell’ottobre 2019, quando la società Aegypius Hotel Dea Srl ha improvvisamente fatto i bagagli e lasciato Palermo, gli affari andavano bene e le prenotazioni per i mesi a seguire non mancavano. Dopo la chiusura i dipendenti hanno iniziato a ‘unire i puntini’ della vicenda, arrivando a sostenere che in effetti diversi comportamenti dei datori di lavoro avrebbero potuto far presagire la chiusura. L’incontro con l’amministrazione comunale aveva ridato loro fiducia, ora rinnovata con la notizia del vivo interesse imprenditoriale per una delle strutture più famose della città.
