PALERMO – “Non permetterò a nessuno di infangare vent’anni di onesta carriera”. Dario Cartabellotta passa al contrattacco: “Su di me qualcuno ha mentito e in malafede. Ne risponderà nelle sedi opportune”. Il dirigente generale della Regione ha deciso di presentare una denuncia-esposto con l’accusa di falso, abuso d’ufficio e diffamazione nei confronti di Roberto Barberi, il commissario ad acta nominato dal governo per verificare l’operato di Cartabellotta in seno all’Expo, dove l’ex assessore all’Agricoltura ha rivestito il ruolo di responsabile unico del Cluster bio-mediterraneo.
A far “sbottare” Cartabellotta, la richiesta da parte della Regione di annullare tutti i contratti sottoscritti con i fornitori del Cluster: circa 2,5 milioni di servizi che sarebbero stati resi in assenza di copertura finanziaria. Questo, almeno, è il concetto che sarebbe stato espresso dal commissario Barberi nella nota con la quale è stato richiesto sull’argomento un parere all’Avvocatura dello Stato. “Con quella nota – insiste Cartabellotta – il commissario ha detto il falso e mi ha diffamato”.
Un documento che porta, a dire il vero, anche la firma della vicepresidente Mariella Lo Bello, che in quei giorni – il 2 novembre 2015 – era titolare della delega all’agricoltura perché nel frattempo Crocetta aveva azzerato la giunta e non aveva nominato ancora i nuovi assessori. Una nota che ricalca anche l’esito della relazione stilata dai precedenti “commissari”, cioè quelli che facevano parte di un collegio ispettivo nominato da Crocetta e guidato da Giulio Guagliano, nei giorni caldi in cui la foto dell’assessore Cartabellotta, scopa in mano in un padiglione allagato, aveva fatto il giro dei media regionali e nazionali.
Dopo quel collegio ispettivo è stato appunto il turno di Barberi, nominato commissario ad acta dall’allora assessore all’Agricoltura Rosaria Barresi. Barberi avrebbe dovuto verificare la gestione amministrativo-contabile condotta da Cartabellotta. In particolare, il ricorso ad affidamenti diretti, gli incarichi per la progettazione degli stand, la selezione del personale selezionato e delle ditte. Così, Barberi, il 2 novembre (una data ballerina, a dire il vero, visto che in un atto successivo si fa riferimento a una nota del 30 novembre) invia una dettagliata nota all’Avvocatura di Stato per chiedere cosa fare dei contratti sottoscritti dal responsabile unico del Cluster.
“L’ex commissario ad acta Barberi – attacca però Cartabellotta – afferma che quei contratti erano stati sottoscritti senza una copertura finanziaria. E non è vero”. E per dimostrare questo fatto, il dirigente esibisce un documento ufficiale con cifre e date: “Ecco, tutte queste cifre sono quelle versate in un capitolo di bilancio della Regione – spiega Cartabellotta – rappresentavano, insomma, liquidità con la quale l’amministrazione avrebbe potuto pagare i contratti, attraverso la semplice istituzione di un capitolo di bilancio in uscita”. Un totale di circa 2,6 milioni di euro. Ma la Ragioneria generale ha sempre rispedito al mittente gli atti con cui l’ex responsabile unico del cluster liquidava le fatture dei creditori. “Tra l’altro – prosegue Cartabellotta – va precisato che quelli sono soldi giunti direttamente dagli sponsor, e che alla fine la Regione ha anche prodotto un utile, tra uscite ed entrate, di oltre 110 mila euro”.
Ma pochi giorni fa a Cartabellotta è giunta la richiesta, anche da parte dell’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici, di annullare quei contratti: “Non vedo perché – replica – io debba compiere un atto che può avere conseguenze sia dal punto di vista penale che erariale. I soldi per pagare i contratti sono lì, alla Regione, perché non vengono erogati? E ancora – chiede il dirigente – come mai è stata subito saldata la fattura da circa 3 milioni con Expo, ma non vengono pagati i fornitori?”. Fornitori che in qualche caso hanno già avanzato i primi ricorsi e persino i decreti ingiuntivi. È il caso ad esempio di Manpower, la multinazionale che ha fornito il personale al lavoro nel padiglione. La società ha ottenuto dal tribunale di Milano un decreto ingiuntivo da oltre mezzo milione. Ma non solo. Sono partite le messe in mora della Le Nappage Italia, dell’Hotel Zurigo, di Morettino, dei tirocinanti dell’università Iulm, di Mf Evoluzione, degli stagisti dell’Università di Milano. Così, oltre al debito già esistente, la Regione rischia di andare incontro a spese ulteriori, legate ai contenziosi.
Carte bollate, alle quali si aggiungeranno presto quelle presentate da Cartabellotta che ha deciso di passare al contrattacco. È già pronto un ricorso al Cga contro la nomina stessa di Barberi, “che si fonda su motivazioni inesistenti”, dice il dirigente. Ma non solo, all’ormai ex commissario ad acta verrà presto recapitata una denuncia per falso, abuso d’ufficio e diffamazione, per il contenuto di quella nota inviata all’Avvocatura dello Stato e firmata insieme alla vicepresidente Lo Bello. Quindi, aggiunge Cartabellotta: “Sto per inviare tutti i documenti alla Procura della corte dei conti”.
Intanto, l’assessore Cracolici ha nominato un nuovo commissario ad acta: Ignazio Tozzo. Dovrà fare quello che Cartabellotta non vuole fare: annullare i contratti. Ma oltre a una questione di soldi, la vicenda sembra avere già risvolti politici. Anche per questo, Cartabellotta ha chiesto di essere sentito in audizione all’Ars: sia in commissione Attività produttive, sia in Commissione antimafia. Nei giorni in cui il Cluster dei veleni festeggerà un anno dalla discussa apertura. Un brindisi tra le polemiche.