PALERMO – Il neo europarlamentare Marco Falcone, eletto con oltre 100mila voti, ha riunito militanti e sostenitori per ricordare il fondatore del centrodestra a un anno dalla scomparsa, ma anche per fare il punto sulla campagna elettorale appena conclusa.
“Il partito che il presidente Berlusconi ha fondato nel 1994 – ha affermato Falcone – cammina oggi sulle nostre gambe, nel solco dei valori e del messaggio liberale di sempre”.
“Per molti FI doveva essere liquidata, oggi invece miglioriamo ovunque le nostre percentuali, sia rispetto alle ultime Europee, che alle Politiche. Gli elettori, per quanto ci riguarda, hanno poi riconosciuto la nostra azione di buongoverno, le battaglie di questi anni.
“Il popolo azzurro si è così espresso premiandomi con oltre 100mila voti in Sicilia e Sardegna. Un consenso diffuso ovunque, ottenuto senza apparati alle mie spalle, né protesi artificiali. Ora lasceremo i conti in ordine all’Assessorato all’Economia, varando la manovra correttiva con gli aiuti ai Comuni e alle imprese siciliane, per poi a luglio insediarci a Bruxelles”.
“A livello nazionale – ha poi ricordato Falcone – siamo al 10 per cento, in Sicilia addirittura al 23,7 per cento. Forza Italia deve proseguire nell’aggregazione di tutti i popolari e i liberali che si riconoscono nel Ppe, caratterizzandosi per il pluralismo e la lealtà nel confronto, sia con gli avversari che negli equilibri interni”.
“Questo sta già avvenendo a Roma, sotto la saggia e determinata guida del segretario nazionale Antonio Tajani. Davanti a noi, infatti abbiamo due obiettivi come partito: da un lato rafforzare l’azione in Regione, attraverso uomini autorevoli e realmente rappresentativi del nostro partito, per dare seguito al buongoverno di questi anni. Dall’altro, proseguire nel radicamento di Forza Italia in Sicilia, facendo prevalere il merito e facendo funzionare il partito al meglio, con equilibrio ed equità per tutti”.
“Come ha affermato più volte Tajani – ha concluso l’esponente di FI – il partito non è né un autobus, né un albergo a ore, né tantomeno una caserma dove vige il pensiero unico”.