PALERMO – Il Tribunale dichiara fallita la società Acque Potabili Siciliane ed esplode la protesta dei 206 dipendenti della società che finora ha gestito il servizio idrico in 52 comuni del Palermitano. I lavoratori sono scesi in piazza, di fronte alla sede della Presidenza della Regione di piazza Indipendenza per chiedere certezze sul futuro occupazionale. “Non ci aspettavamo una situazione così drammatica e una decisione così drastica, il nostro è un servizio portato avanti con grande sacrificio che finora ha sempre funzionato – dice Rosario Fusca -. Ieri quando i commissari fallimentari si sono presentati in sede siamo rimasti a bocca aperta. E’ stato come ricevere un pugno allo stomaco”.
In occasione del vertice in Prefettura del 16 ottobre scorso alla presenza dei sindaci dei 52 comuni interessati e delle sigle sindacali, i lavoratori erano stati rassicurati sulla prosecuzione del servizio e sulla continuità lavorativa. “L’assessore Marino (che guida l’assessorato regionale all’Energia ndr) ci aveva assicurato che in qualsiasi situazione di emergenza sarebbe intervenuto in prima persona con il commissariamento della società – interviene Vittorio Sermini -. La situazione è abbastanza seria e oggi siamo qui per chiedere al presidente Crocetta cosa intendono fare col servizio idrico di tutta la provincia e soprattutto cosa ne sarà di noi lavoratori”. “Ci hanno comunicato che lo stipendio dello scorso mese è già stato sospeso. Non ci sono più soldi neppure per pagare gli affitti dei locali e la benzina dei mezzi – dichiara Giorgio Fiorentino –. Parliamo di auto che servono esclusivamente per gestire il servizio e far sì che la gente abbia l’acqua a casa. Tutto si ferma. Non sappiamo cosa pensare, i posti sono a rischio e non si sa nulla sul futuro dei lavoratori”.
“Il governo regionale aveva assunto impegni precisi per la costituzione di una società di scopo dove far transitare i 206 lavoratori di Aps, al fine di garantire la continuità del servizio idrico integrato e la salvaguardia occupazionale”, dichiarano Francesco Lannino, Giovanni Musso e Maurizio Ferrari, segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil Palermo. Il tribunale sembra abbia dato mandato ai curatori di verificare se esistono le condizioni per un esercizio provvisorio per i prossimi 3 mesi. “Abbiamo chiesto un incontro anche con i curatori fallimentari per capire cosa ha esattamente decretato il Tribunale di Palermo e quali indicazioni ha dato – aggiungono Lannino, Muisso e Ferrari – La situazione è delicata. L’ assessore Marino a nome del governo aveva dichiarato che se i comuni non avessero entro il 31 ottobre costituito la società, la Regione avrebbe nominato un commissario che si sarebbe sostituito ai comuni nella formazione di questa società di scopo, di cui oggi non abbiamo notizie. Per questo aspettiamo una riposta”.
Il fallimento di Acque potabili siciliane, dunque, potrebbe ripercuotersi pesantemente sulle migliaia di famiglie appartenenti ai 52 comuni della provincia di Palermo che rischiano di rimanere a secco e senza servizio di depurazione ed erogazione dell’acqua con intuibili problemi igienico sanitari. “Il futuro incerto dei lavoratori rappresenta solo un aspetto della gravità generata dal fallimento della società Aps – puntualizza Mario Motta -. Da oggi nelle case della provincia, per oltre mezzo milione di persone, l’acqua non verrà più erogata fin quando non avremo notizie. Ciò esula dalla nostra volontà, siamo costretti a essere qui in piazza o davanti al tribunale, come intendiamo fare nei prossimi giorni, per chiedere risposte precise”. Nessun problema invece per il servizio idrico nella città di Palermo visto che il servizio è gestito dall’Amap.
I dipendenti dopo la ‘stoccata’ ricevuta non intendono interrompere la protesta e, anzi, annunciano forme di protesta più clamorose: “Da qui non andiamo via – prosegue Sermini –, bloccheremo il traffico se necessario e, giornalmente, decideremo le azioni da intraprendere per far sentire la nostra voce fino a quando non avremo delle risposte concrete. Basta chiacchiere come quelle che ci hanno già rifilato in Prefettura”. Nel corso della mattinata, un gruppo di lavoratori ha più volte attraversato la strada ponendosi al centro della carreggiata con fischietti e bandiere e causando disagi agli automobilisti. “Questo è solo l’inizio – fanno sapere i manifestanti -. Non chiediamo molto, vogliamo solo continuare a lavorare”.